31 Ottobre 2025
Dopo sei anni di tensioni e accuse reciproche, Donald Trump e Xi Jinping si sono incontrati in un vertice che segna un parziale disgelo tra Washington e Pechino. L’ex presidente, tornato protagonista della scena internazionale, ha annunciato una serie di accordi che spaziano dall’energia alla lotta al traffico di Fentanyl, fino alla sospensione delle restrizioni sulle terre rare.
Il “King Donnie”, come lo chiamano i suoi sostenitori, ha parlato di “una nuova stagione di collaborazione”, mentre il presidente cinese ha sottolineato “l’importanza di un dialogo paritario e costruttivo”.
Dietro le dichiarazioni concilianti restano però molte incognite: l’intesa non modifica le divergenze strutturali tra le due potenze, né cancella le tensioni militari nel Pacifico.
Tra i punti concreti, Pechino ha accettato di avviare acquisti di energia statunitense e di collaborare con le autorità USA per limitare il flusso di oppiacei sintetici. Washington, dal canto suo, apre alla ripresa del commercio di materie prime strategiche e di soia americana, utile al mercato agricolo cinese.
Gli osservatori notano che il vertice potrebbe anche preludere a un cauto riavvicinamento sui dossier globali, compreso il conflitto russo-ucraino e la questione taiwanese. Ma, come spesso accade, le parole di pace restano sospese tra interessi economici, rivalità geopolitiche e la ricerca di consenso interno su entrambi i fronti.
Nel mondo multipolare di oggi, la tregua tra Washington e Pechino è più una pausa che una svolta.
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