Venerdì, 17 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Telegram, il fondatore Durov fa apparire messaggio "fine dell'internet libero" a tutti gli utenti: "Deriva autoritaria del web"

Il fondatore di Telegram denuncia la deriva autoritaria del web, ma la sua piattaforma ha già ceduto alle pressioni di Ue e governi nazionali su privacy e contenuti

17 Ottobre 2025

Pavel Durov scarcerato dopo 96 ore e trasferito in tribunale per un primo interrogatorio in vista dell'incriminazione

Pavel Durov, foto Facebook

Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, ha fatto apparire nella schermata home dell'app di messaggistica di tutti i suoi utenti un messaggio, con scritto "Fine dell'internet libero. Sta diventando uno strumento di controllo". Il banner riportava a un post più lungo sul profilo X dell'imprenditore, in cui ha accusato i governi di tutto il mondo di una "deriva autoritaria" che starebbe colpendo internet.

Telegram, il fondatore Durov fa apparire messaggio "fine dell'internet libero" a tutti gli utenti: "Deriva autoritaria del web"

"Fine dell’internet libero. L’internet libera sta diventando uno strumento di controllo”. È il messaggio che milioni di utenti di Telegram hanno visto comparire nell'app nelle ultime ore, firmato da Pavel Durov, il fondatore della piattaforma. Un banner criptico, seguito da un post ancora più cupo pubblicato sul suo profilo X: “Non festeggio i miei 41 anni. La nostra generazione sta perdendo la battaglia per la libertà digitale”.

Nel suo lungo sfogo, Durov ha accusato governi e istituzioni di aver tradito la promessa originaria del web. “Quella che un tempo era la promessa dello scambio libero di informazioni si sta trasformando nel più potente strumento di controllo mai creato”, ha scritto, puntando il dito contro Regno Unito, Germania, Australia e Unione Europea. Paesi “un tempo liberi”, secondo lui, oggi impegnati in politiche di sorveglianza di massa, identità digitali obbligatorie e controlli sull’età online.

Il fondatore di Telegram, da sempre simbolo di indipendenza e difensore della privacy, ha trasformato il suo compleanno in un manifesto politico. “Ci hanno propinato una bugia. Ci hanno fatto credere che distruggere la tradizione, la privacy e la libertà fosse progresso. Ma ci stiamo autodistruggendo”, ha ammonito.

Eppure, dietro la retorica libertaria di Durov si nasconde una realtà più sfumata. Negli ultimi anni Telegram ha ceduto a diverse richieste governative, in particolare in Europa. Dopo l’arresto di Durov in Francia nel 2024 con accuse di scarsa moderazione dei contenuti, la piattaforma ha iniziato a collaborare con le autorità su casi di terrorismo, pedopornografia e disinformazione. Inoltre, l’azienda ha accettato di adeguarsi alle normative dell’Ue sul Digital Services Act, che impongono maggiore controllo e trasparenza.

Così, mentre Durov denuncia la “morte dell’internet libera”, la sua stessa creatura ne rappresenta oggi il compromesso: un baluardo della privacy che, per sopravvivere, ha dovuto piegarsi alle regole di quegli stessi governi da cui ora prende le distanze.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x