02 Ottobre 2025
Esempio di traghetto ripreso durante esercitazioni del PLA (fonte: CCTV, abc.net)
Potenziare la flotta di traghetti civili commerciali per "masherare" una potenziale invasione. È quanto starebbe facendo la Cina verso Taiwan secondo quanto trapela da un rapporto top secret dell'intelligence militare statunitense visionato dall'ABC.
A quanto emerge dal rapporto, redatto a inizio anno dalla Defense Intelligence Agency per il Pentagono, la Cina potrebbe stare intensificando i preparativi per un'eventuale invasione dell'isola asiatica facendo ricorso alla strategia sempre più in voga nei conflitti bellici moderni, ovvero la cosiddetta "guerra ibrida". Nella fattispecie, Pechino starebbe militarizzando decine di imbarcazioni civili adattandole al trasporto di truppe e carri armati per operazioni anfibie. In altre parole, per "mascherare" una potenziale invasione la Cina starebbe trasformando silenziosamente la flotta mercantile in flotta bellica. Una circostanza avvalorata anche dal governo di Taiwan che ha affermato di considerare queste imbarcazioni come parte delle "intenzioni espansionistiche" cinesi. "Stiamo assistendo ad un crescente utilizzo di tattiche nella zona grigia per indebolire la democrazia e la società di Taiwan, come gli attacchi informatici", ha confermato Douglas Tong Hsu, presidente e Ceo di Far Eastern Group. Le navi in questione sarebbero traghetti a doppio scafo e navi Ro-Ro (Roll-on/Roll-off) normalmente usati a scopi commerciali ma che però sarebbero stati dotati di rampe militari rinforzate, punti di attracco per mezzi blindati nonché connessioni con unità di comando tattico. Le immagini satellitari, scattate a inizio 2025, mostrano infatti le navi cargo accanto ad una serie di nuovi pontili da sbarco lungo la costa cinese.
Carte alla mano, il rapporto dell'intelligence Usa afferma di star valutando i traghetti come possibili obiettivi militari in caso di conflitto con Pechino. Una circostanza che complica ulteriormente le cose perché, in caso di attacco, all'interno di tali imbarcazioni potrebbero proprio esserci equipaggi civili. Secondo il Center for Strategic and International Studies, Pechino prevede la costruzione di oltre 70 grandi traghetti entro la fine del 2026. Sebbene l'intenzione di un'invasione sull'isola sia da sempre paventata dal governo cinese, stabilire i tempi di un potenziale attacco è difficile. Sempre secondo l'intelligence, Xi Jinping avrebbe ordinato all'Esercito Popolare di Liberazione di essere pronto entro il 2027. E le nuove imbarcazioni così camuffate potrebbero così "risolvere" uno dei principali problemi cinesi all'invasione di Taiwan: ovvero lo sbarco rapido di grandi masse di uomini e armi. Numerosi sarebbero i segnali lanciati dalla Cina alla volontà invasiva: anzitutto l'incremento delle esercitazioni navali nello Stretto di Taiwan. Nonché simulazioni di sbarco nell'area di Fujian. "Non si tratta più di un piano teorico - si legge in un passaggio del dossier -, l'infrastruttura logistica è quasi completa".
Le aziende, inclusi i colossi statali del trasporto, hanno negato qualsiasi coinvolgimento. La tensione però c'è, è palpabile. Paura che il conflitto Cina-Taiwan possa rappresentare il terzo o quarto momento bellico dopo quelli già in corso tra Israele-Palestina e Russia-Ucraina, e quello potenziale tra Venezuela-Usa. In particolare, l'intelligence teme l'"effetto domino": che cioè Mosca, Teheran e Pechino possano agire in modo "sincronizzato ma non coordinato".
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