Vertice di Copenaghen, premier danese Frederiksen insiste contro "nemico inesistente" russo: "Abbiamo mandato per abbattere droni"

I capi di Stato e di governo dell'Ue si sono riuniti per il vertice di Copenaghen su difesa e Ucraina. L'incontro precede la conferenza della Comunità politica europea di domani sempre a Copenaghen e anticipa i temi del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. In apertura di vertice la premier danese Mette Frederiksen ha continuato a fare la guerra al "nemico inesistente" russo: "Abbattimento droni? In generale sono a favore. In Danimarca abbiamo il mandato di buttarli giù. Certo, deve essere fatto nel modo giusto, perché c'è una società civile che deve essere in grado di funzionare, ma c'è un mandato per farlo".

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Vertice di Copenaghen, premier danese Frederiksen contro "nemico inesistente" russo: "Abbiamo mandato per abbattere droni"

I leader dell'Unione europea si sono riuniti a Copenaghen per il vertice su difesa e Ucraina. Lo scenario geopolitico è il tema principale di discussione. La psicosi sui presunti droni russi continua, e la premier danese Frederiksen ne ha subito approfittato per far capire su cosa verterà il meeting: continuare a fare la guerra alla Russia.

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Al vertice è presente anche von der Leyen, che al suo arrivo ha dichiarato: "Viviamo in tempi difficili. La guerra russa contro l'Ucraina è ancora in corso. Vediamo che la Russia sta mettendo alla prova la nostra determinazione. Quindi, questi sono tempi in cui è assolutamente fondamentale avere un comune senso di urgenza e unità per affrontare queste sfide. E quindi questo Consiglio europeo informale di Copenaghen arriva proprio al momento giusto".

"Quello che vedo nel complesso, anche nei paesi in prima linea, abbiamo avuto droni in Polonia, abbiamo avuto l'incursione dello spazio aereo in Estonia. È uno schema, e questo schema proviene dalla Russia. E per quanto la Russia cerchi di metterci alla prova, cerca anche di alimentare divisione e ansia nelle nostre società. Non permetteremo che questo accada", ha aggiunto senza avere in mano nessuna prova.