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Global Sumud Flotilla, la Svezia scarica Greta Thunberg: “Non le forniremo assistenza diplomatica in mare, solo se arrestata da Israele”

Il ministero degli Esteri ha spiegato di non avere nessuna “possibilità di fornire assistenza consolare in mare”. Come a giugno, i funzionari dell’ambasciata svedese a Tel Aviv si limiteranno a presenziare, se interpellati, in caso di fermo o detenzione temporanea da parte di Israele

29 Settembre 2025

Global Sumud Flotilla, la Svezia scarica Greta Thunberg: “Non le forniremo assistenza diplomatica in mare, solo se arrestata da Israele”

Greta Thunberg

La Svezia prende ufficialmente le distanze da Greta Thunberg, scaricandola. Il ministero degli Esteri di Stoccolma, come già fece a giugno, ribadisce di non avere alcuna intenzione di supportare l’attivista in mare. Nessuna assistenza consolare sarà garantita alla leader ambientalista e agli altri cittadini svedesi impegnati nella Global Sumud Flotilla. L’unica eccezione prevista riguarda un eventuale fermo da parte delle autorità israeliane, momento in cui i funzionari consolari potranno presenziare. Una presa di posizione netta che conferma la linea dura di Stoccolma.

Global Sumud Flotilla, la Svezia scarica Greta Thunberg: “Non le forniremo assistenza diplomatica in mare, solo se arrestata da Israele”

Il ministero degli Esteri ha spiegato di non avere nessunapossibilità di fornire assistenza consolare in mare”. Come a giugno, i funzionari dell’ambasciata svedese a Tel Aviv si limiteranno a presenziare, se interpellati, in caso di fermo o detenzione temporanea da parte di Israele. Da oltre 10 anni, il governo sconsiglia ai suoi cittadini viaggi verso Gaza, sollecitando a rispettare l’avvertimento. “Significa: non andateci affatto. Il consiglio è un segnale che la situazione della sicurezza è grave e che le persone dovrebbero valutare attentamente la loro decisione di viaggiare”.

Fonti diplomatiche europee confermano che i rappresentanti di Stoccolma non hanno preso parte alle riunioni di coordinamento tra i vari Paesi i cui cittadini si trovano a bordo della flotilla. Già a giugno, la ministra degli Esteri Maria Malmer Stenegard aveva ridimensionato il caso, affermando di non credere che Greta Thunberg avesse realmente bisogno di aiuto e sottolineando che la responsabilità ricade su chi sceglie di recarsi in aree considerate a rischio dal governo svedese.

Una posizione che lascia intendere come chi decide di intraprendere un viaggio verso zone di conflitto o in luoghi sconsigliati ufficialmente, lo faccia a proprio rischio e pericolo. Ciò nonostante, Stoccolma continua a mantenere un atteggiamento critico nei confronti di Israele, non escludendo sanzioni contro lo Stato ebraico. Una linea che non ha impedito al governo di resistere alle pressioni interne: proteste davanti al ministero e centinaia di messaggi e telefonate non hanno smosso l’esecutivo.

Intanto, secondo indiscrezioni, Israele avrebbe già pronto un piano: l’abbordaggio delle imbarcazioni e il trasferimento degli attivisti su una nave militare, con successivo sbarco nel porto di Ashdod, come avvenuto a giugno con la Madleen. Qui verrà offerta l’espulsione immediata, altrimenti i partecipanti rischiano una detenzione fino a 72 ore, in attesa dell’udienza per il decreto di espulsione. La scorsa estate Greta accettò il rimpatrio immediato, mentre altri attivisti preferirono attendere davanti a un giudice.

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