04 Settembre 2025
Gaza, fonte: MSF
Il ministero della Cultura palestinese ha denunciato la "distruzione sistematica" da parte delle Forze di occupazione israeliane di "siti storici, musei e biblioteche" a Gaza. Francesca Albanese, relatrice Onu per i Territori palestinesi occupati, ha confermato le accuse e ha chiamato ciò che sta avvenendo nella Striscia un "genocidio completo, non solo fisico, ma anche culturale e identitario".
Il genocidio non si misura soltanto con l’eliminazione fisica di un popolo. Anche la cancellazione della sua memoria e dei suoi segni culturali rappresenta un atto di sterminio. È quanto emerge dai dati diffusi dal ministero della Cultura palestinese, in collaborazione con l’Unesco e altre organizzazioni, che denunciano la distruzione sistematica del patrimonio culturale nella Striscia di Gaza da parte di Israele.
Le rilevazioni, ottenute attraverso immagini satellitari e testimonianze sul campo, parlano chiaro: 25 istituti culturali registrati e oltre 80 centri non registrati sono stati rasi al suolo, tra cui il Rashad al-Shawa Cultural Center e la Bayader Theater Association. Almeno 87 biblioteche sono state distrutte, inclusa quella della storica moschea di Omari, che custodiva manoscritti risalenti al 1514. Sono stati cancellati anche gli archivi municipali di Gaza, i registri catastali e documenti del waqf ottomano.
Il prezzo umano è altrettanto alto: decine di poeti, artisti e musicisti sono stati uccisi nei bombardamenti, insieme a figure come Bassem Hassouna, direttore del ministero della Cultura di Gaza, colpito lo scorso anno vicino all’ospedale Al-Shifa.
Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i diritti umani nei Territori occupati, ha commentato: “Secondo le definizioni internazionali, quello che avviene a Gaza non è soltanto un genocidio fisico, ma anche culturale. L’eliminazione di biblioteche, musei e archivi è parte integrante del tentativo di cancellare l’identità di un popolo. Distruggere la cultura significa distruggere la continuità storica di una comunità, colpirne le radici e impedirne la trasmissione alle future generazioni”.
Secondo il rapporto, 146 dimore storiche e 12 musei sono stati ridotti in macerie. L’Unesco ha già verificato la distruzione di almeno 110 siti culturali, ma il numero è destinato a crescere.
Il Ministero della Cultura palestinese sottolinea che “l’uccisione della cultura è parte essenziale dell’uccisione dell’identità palestinese” e che la comunità internazionale non può più ignorare questa realtà.
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