27 Agosto 2025
Donald Trump (fonte foto Lapresse)
Gli Stati Uniti contribuiranno con "abilitatori strategici" alle "garanzie di sicurezza" offerte all'Ucraina nella prospettiva del dopoguerra. Queste le prime indiscrezioni secondo alcuni media statunitensi, che informano come il tycoon sia disponibile ad "aiutare" l'Ucraina a conclusione del conflitto - mentre continua però a stringere accordi con Putin. "Abilitatori" tra cui servizi di intelligence, sorveglianza e ricognizione, comando e controllo nonché difesa aerea. Risorse che però, puntualizza il Financial Times citando funzionari ucraini ed europei, gli Stati Uniti metterebbero a disposizione solo a patto di precise condizioni per gli alleati Ue. E cioè che siano gli europei a dispiegare decine di migliaia di soldati in Ucraina.
Gli "abilitatori strategici" statunitensi andrebbero a sostegno di un dispiegamento di forze di terra tutto europeo. Nel piano finora abbozzato sarebbe prevista la costruzione di una "zona smilitarizzata", probabilmente posta sotto il controllo di forze di pace neutrali di un Paese terzo concordato congiuntamente da Ucraina e Russia. Non solo: quale linea di protezione, sarebbe instaurato un confine formato da soldati ucraini addestrati dalla Nato e dietro il quale verrebbe costruito un'ulteriore fronte difensivo guidato dall'Europa. Una "forza di deterrenza".
La missione, sempre nei piani, sarebbe condotta da una coalizione di "volenterosi" guidata dal Regno Unito e dalla Francia dove le risorse statunitensi di intelligence e di coordinamento si rivelerebbero cruciali. "Gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare le forze europee, soprattutto dall'aria" aveva osservato il tycoon negando l'invio di truppe terrestri Usa nel Paese di Zelensky. Gli "abilitatori" statunitensi - velivoli, radar terrestri, logistica - permetterebbero di creare uno scudo aereo supervisionato dall'Ue, nonché una possibile no-fly zone. Resta però aperto il nodo caldo dell'invio di militari Ue da parte dei vari Stati membri, condizione che in Italia ha già aperto vari fronti ostili all'interno del governo e di cui comunque bisognerebbe definire le regole d'ingaggio delle truppe.
Intanto però il Segretario della Difesa Usa Pete Hegseth resta scettico: l'impegno statunitense all'interno delle "garanzie di sicurezza" fornite a Kiev rischiano di coinvolgere gli Stati Uniti in altri possibili scenari di guerra futuri. Sull'altro fronte invece, quello russo, si apre un altra possibilità: riferisce Steve Witkoff, inviato speciale di Trump, che Putin avrebbe depositato una proposta di pace "che coinvolge la regione ucraina del Donetsk". Per incoraggiare Mosca ad un compromesso di pace inoltre, funzionari Usa e russi avrebbero avanzato accordi energetici in comune, tra cui la possibilità che Exxon Mobil rientri nel progetto russo di petrolio e gas Sakhalin-1, e che la Russia acquisti attrezzature Usa utili per i progetti di Gnl. Come scrive il Wall Street Journal infatti, "Ciò che i due leader non hanno detto a porte chiuse, è che le più grandi compagnie energetiche dei loro paesi avevano già abbozzato una road map per tornare a fare affari, sfruttando i giacimenti di petrolio e gas al largo della costa dell’estremo oriente russo".
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