27 Agosto 2025
Donald Trump ha un’idea geniale per fermare la guerra in Ucraina: convincere Putin… con affari energetici. Roba da far impallidire Kissinger. Secondo Reuters, cinque fonti ben piazzate confermano che funzionari USA e russi stanno trattando sottobanco ghiotti accordi sul gas e il petrolio, sperando che il Cremlino, in cambio, si lasci convincere a mettere fine al massacro.
Sotto la lente: il rientro di Exxon Mobil nel mega-progetto Sakhalin-1 (da cui era stata cacciata nel 2022 con una pedata da 4,6 miliardi di dollari) e la possibilità che gli americani vendano attrezzature high-tech per i progetti russi di gas liquido, tipo Arctic LNG 2, attualmente sotto sanzioni. Ciliegina nucleare sulla torta: l’idea che gli USA acquistino navi rompighiaccio atomiche da Mosca. Una mano lava l’altra, anche con la vodka.
Tutto è successo a inizio mese, durante il viaggio a Mosca di Steve Witkoff, l’inviato di Trump con la valigetta degli affari. Lì, ha stretto la mano a Putin e al suo uomo degli investimenti, Kirill Dmitriev. Di questi accordi si è poi parlato pure alla Casa Bianca e al vertice in Alaska del 15 agosto. “Trump voleva a tutti i costi un titolo bomba da quel summit”, ha detto una fonte. Missione compiuta?
Intanto The Donald, tra una trattativa e una minaccia, continua a sventolare bastoni diplomatici: sanzioni extra a Mosca se i colloqui stagnano e dazi killer all’India, colpevole di comprare troppo petrolio russo.
Nel frattempo, il Cremlino si prepara: proprio il giorno del summit in Alaska, Putin ha firmato un decreto che riapre le porte agli investitori stranieri nel Sakhalin-1 — ma solo se danno una mano a far sparire le sanzioni occidentali. Insomma: pace in Ucraina? Forse. Ma solo se Exxon torna a fare affari e Trump ottiene il suo titolo da prima pagina.
Di Aldo Luigi Mancusi
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