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Nagasaki, 80 anni fa il bombardiere Usa B29 Bockscar sganciò bomba atomica “Fat Man” sulla città giapponese, oltre 74mila morti

Il 9 agosto 1945 alle 11:02 “Fat Man”, una bomba a plutonio-239 con una potenza pari a circa 21.000 tonnellate di tritolo, esplode a 470 metri di quota sopra la valle di Urakami a Nagasaki

09 Agosto 2025

Nagasaki, 80 anni fa il bombardiere Usa B29 Bockscar sganciò bomba atomica “Fat Man” sulla città giapponese, oltre 74mila morti

Nagasaki Fonte: X @FelipePigna

Sono le 11:02 del 9 agosto 1945 quando la città di Nagasaki viene devastata dall’atomica. Il bombardiere statunitense B-29 Superfortress, chiamato Bockscar, sgancia la bomba al plutonio soprannominataFat Man”. In pochi istanti, oltre 40.000 persone perdono la vita. Alla fine dell’anno, il bilancio delle vittime salirà a più di 74.000. Oggi, a 80 anni da quel giorno, il mondo ricorda una delle più tragiche ferite della storia moderna.

Nagasaki, 80 anni fa il bombardiere Usa B29 Bockscar sganciò bomba atomica “Fat Man” sulla città giapponese, oltre 74mila morti

3 giorni dopo la distruzione di Hiroshima, l’orrore si ripete. Il 6 agosto 1945 la bomba all’uranio aveva provocato oltre 140.000 vittime e cancellato il 70% degli edifici cittadini. Il 9 agosto, alle 11:02, l’inferno si abbatte su Nagasaki: l’esplosione nucleare cancella in un attimo 6 chilometri quadrati della città. I morti immediati sono circa 40.000, ma entro la fine dell’anno il bilancio salirà a oltre 74.000 vittime, molte delle quali decedute a causa delle radiazioni.

Quel giorno, nella scuola elementare di Shiroyama, sembra una giornata qualsiasi per insegnanti e alunni. Non sanno di trovarsi a soli 500 metri dal punto in cui esploderà “Fat Man”, una bomba a plutonio-239 con una potenza pari a circa 21.000 tonnellate di tritolo.

La missione americana era inizialmente diretta verso Kokura, ma le nubi impedirono di individuare il bersaglio. Dopo 3 sorvoli e con il carburante agli sgoccioli, l’equipaggio ricevette l’ordine di deviare su Nagasaki. Alle 07:50 scatta l’allarme aereo sulla città, revocato alle 08:30. Quando, alle 10:53, i radar giapponesi intercettano 2 bombardieri, il comando non dà l’allarme, convinto si tratti di una semplice ricognizione.

Poco prima del bombardamento, vengono sganciati strumenti legati a paracadute con messaggi indirizzati al fisico nucleare Ryokichi Sagane, affinché avverta la popolazione del pericolo imminente. I messaggi, tuttavia, non gli verranno mai consegnati.

Alle 11:00, con il bersaglio ancora coperto dalle nubi, il comandante di Bockscar decide di attivare il radar, violando gli ordini, per lanciare l’ordigno. “Fat Man”, contenente circa 6,4 kg di plutonio-239, esplode a 470 metri di quota sopra la valle di Urakami, vicino a stabilimenti bellici. L’errore di traiettoria – quasi 4 km a nord-ovest dal punto previsto – salva parte della città, protetta dalle colline.

Le stime sulle vittime variano, ma si ritiene che tra 35.000 e 40.000 dei 240.000 residenti siano morti all’istante, e oltre 55.000 siano rimasti feriti. Il bilancio complessivo, tenendo conto degli effetti delle radiazioni nei mesi successivi, si avvicina alle 80.000 vittime. Tra loro anche alcuni sopravvissuti al bombardamento di Hiroshima.

Il tributo di vite umane pagato da Hiroshima e Nagasaki supererà complessivamente le 200.000 persone. Due cicatrici incancellabili nella memoria collettiva dell’umanità.

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