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Il memorabile, lapidario giudizio del Professor Jeffrey Sachs: “Donald Trump non ha la più pallida nozione di economia”

Le aziende americane continueranno a produrre dove più conviene, se non altro per non perdere completamente la posizione sui mercati esteri

04 Agosto 2025

Il memorabile, lapidario giudizio del Professor Jeffrey Sachs: “Donald Trump non ha la più pallida nozione di economia”

Foto Imagoeconomica

Con la consueta chiarezza espositiva, il Professor Jeffrey Sachs, in un'intervista televisiva, ha affermato che “Le lamentele di Donald Trump in merito al deficit commerciale degli Stati Uniti con le altre Nazioni sono paragonabili alle lamentele di chi si indebita acquistando con la propria carta di credito e poi dà la colpa ai negozianti, sostenendo che lo hanno derubato vendendogli così tanta roba”.

Jeffrey Sachs: un faro in questo presente distopico. Ho scritto centinaia di volte le stesse cose, ma mai con una tale capacità di sintesi.

Non ho intenzione di confutare per l'ennesima volta il celebre aut aut “burro o cannoni”: la teoria della Frontiera delle possibilità produttive ha senso in un sistema economico dove la prima risorsa (il capitale) sia limitata, ma è facilmente confutabile laddove il capitale sia costantemente crescente, come è stata l'emissione di dollari dal 1971 ad oggi.

Non nego che il deficit commerciale sia un problema serio: il saldo commerciale costantemente attivo della Germania abbinato alla politica monetaristica della Bundesbank ha danneggiato il resto dell'Europa. Ma restiamo a discorsi più facilmente comprensibili a tutti: il consumismo è nato negli Stati Uniti e da lì esportato nel mondo. La delocalizzazione delle produzioni industriali è stata fortemente incentivata: non è colpa nostra se in Cina, Vietnam, Cambogia o Bangladesh il costo della manodopera è una frazione di quello americano. Prendete l'etichetta di un vostro capo d'abbigliamento di Brooks Brothers o Ralph Lauren: è prodotto ovunque eccetto negli Stati Uniti.

Make America Great Again significa – tra l'altro – illudere l'americano medio che potrà continuare a comprare pantaloni Nautica prodotti negli USA a 34.75 dollari.

Delirio, strumentalizzazione politica, cinismo e vittimismo di Donald Trump, il peggiore di tutti, il peggiore di sempre.

La realtà è che i pantaloni made in USA costerebbero più del doppio e i dazi servono a ben poco: le aziende americane continueranno a produrre dove più conviene, se non altro per non perdere completamente la posizione sui mercati esteri. E' del tutto evidente (ammettendo l'impossibile, cioè che grazie ai dazi si ricrei negli Stati Uniti un tessuto industriale) che il consumatore medio si orienterà verso prodotti più economici. L'effetto interno apparente è quello di un aumento dell'occupazione, della produzione industriale, ma la vera domanda è: per chi? Chi saranno i consumatori disposti a spendere di più per un prodotto al 100% americano? Io temo che saranno gli stessi disposti a pagare di più un prodotto straniero per effetto dei dazi.

E l'economia non cresce se non crescono i consumatori.

Qui, tuttavia, può intervenire a gamba tesa la politica (e in questo Donald Trump è un maestro): il gas di scisto americano costa troppo? Imponiamone l'acquisto all'Unione Europea. Stessa imposizione per prodotti farmaceutici e armi. E, naturalmente, una pandemia e qualche guerra sono strumentali per il successo di queste scellerate politiche macroeconomiche.

Siamo nell'era dell'economia delle emergenze, davanti a noi anni terribili.

Pochi giorni fa, un altro gigante del pensiero ha dichiarato che dal 1989 a oggi la politica estera USA ha causato un disastro dopo l'altro. Intervistato dal Professore norvegese Glenn Diesen, il Professor John Mearsheimer ha criticato aspramente tutti i Presidenti americani (eccetto Bill Clinton).

Oggi, con la seconda presidenza di Donald Trump, l'America ha gettato la maschera e utilizza ogni strumento di dominio: superiorità militare, economica, informatica, sanzioni, dazi, imposizione di acquisti a prezzi manifestamente fuori mercato. Mercato che è sempre stato – ma mai come oggi – un'astrazione inesistente, un luogo inventato da esseri umani con una visione limitata della realtà. Oggi BlackRock utilizza algoritmi autoavveranti, come è già, in parte, il software Aladdin. L'influenza di BlackRock, Vanguard, State Street eccetera è tale che – identificando l'obiettivo e combinando le forze – questi giganti della finanza possono fare cadere governi, distorcere il funzionamento del mercato, giocare a piacimento e senza regole in una sorta di triste Risiko in cui ad ogni conquista corrisponde una sconfitta che è causa di crisi macroeconomiche catastrofiche per le vittime, come la crisi greca.

L'Europa potrebbe ancora reagire? Ho il timore che valga per il vecchio continente la celebre profezia che Indro Montanelli pronunziò a proposito del nostro Paese: “Se mi chiedi che cosa sarà il domani per gli italiani, forse sarà un domani brillantissimo; per gli italiani, non per l'Italia”.

Noi europei avremmo ancora molto da dare al mondo, se soltanto ci riappropriassimo dei valori fondativi della nostra plurisecolare civilizzazione. Il primo passo (a mio modesto giudizio) sarebbe smetterla di compatirci, di comportarci come se il nostro declino fosse ineluttabile e iniziare a difendere quei valori fondativi, ammesso che qualcuno riesca ancora a identificarli.

di Alfredo Tocchi, 4 agosto 2025

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