29 Luglio 2025
Von der Leyen e Macron, fonte: imagoeconomica
Dopo l'accordo raggiunto da Usa e Ue sui dazi, 11 Paesi dell'Unione europea hanno scritto a Ursula von der Leyen chiedendo uno "scudo commerciale per l'acciaio". L'iniziativa di scrivere un documento-appello per chiedere alla Commissione europea l'adozione di una protezione commerciale efficace a tutela del settore siderurgico è partita dalla Francia, uno dei Paesi più critici dell'intesa. Hanno aderito Austria, Belgio, Bulgaria, Grecia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna e Italia.
L'appello di 11 Stati comunitari all'Ue: "Subito una protezione commerciale per l'acciaio". L'obiettivo è quello di "riportare la quota delle importazioni agli stessi livelli del 2012-2013 per ogni segmento di prodotto: 15% per l'acciaio piatto, 5% per l'acciaio lungo e 15% per l'acciaio inossidabile" rispetto alla domanda in Ue. Una proposta di "protezione commerciale contro gli effetti dannosi della sovraccapacità siderurgica che dovrà essere attuato – continua l'appello - il prima possibile, a partire dal 1° gennaio 2026".
L'auspicio è che si vengano a creare le condizioni "affinché l’industria siderurgica europea possa tornare a tassi di utilizzo sostenibili, prossimi all’obiettivo dell’85% individuato dalla Commissione nel suo piano d’azione. Un modo efficace sarebbe quello di limitare, per un dato livello di consumo europeo di acciaio, la quota di mercato destinata alle importazioni". La misura "sarebbe composta da contingenti tariffari duty-free con dazi doganali aggiuntivi su tutte le importazioni oltre tali limiti".
I firmatari chiedono che questo quadro di salvaguardia del settore venga applicato "a tutti i Paesi terzi senza eccezioni": la graduale liberalizzazione delle misure infatti "ne ha ridotto l’efficacia: i contingenti esenti da dazi sono diventati troppo elevati rispetto alla domanda interna europea, che da allora è diminuita significativamente. Mentre le importazioni di acciaio nell’Ue sono rimaste sostanzialmente stabili nel periodo, l’intero calo della domanda interna è ricaduto sulla produzione interna dell’Ue".
L'accordo raggiunto da Ursula von der Leyen con Trump è stato sostanzialmente bocciato da mezza Ue. I primi segni di insoddisfazione sono arrivati dalla Francia, dove il Primo ministro François Bayrou ha definito l'intesa sui dazi al 15% "un giorno buio per l'Europa", che si è mostrata "sottomessa" alle istanze statunitensi. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz: "Non sono soddisfatto ma penso che non fosse possibile ottenere di più. Certamente l'economia subirà un danno considerevole".
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