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Anche la Germania contro Bob Vylan, esclusi da festival tedesco dopo denuncia genocidio a Gaza e “morte all’Idf” sul palco del West Holts

Nel frattempo, gli Usa hanno revocato i visti d’ingresso alla band, schierandosi con Israele: “Gli stranieri che glorificano la violenza e l’odio non sono i benvenuti nel nostro Paese”

04 Luglio 2025

Anche la Germania contro Bob Vylan, esclusi da festival tedesco dopo denuncia genocidio a Gaza e “morte all’Idf” sul palco del West Holts

Bob Vylan Fonte: Quds

Dopo lo show al Glastonbury Festival sul palco del West Holts, la band britannica Bob Vylan continua a subire cancellazioni. A condannarli ora è anche la Germania: il Live Music Hall di Colonia ha annunciato l’esclusione del gruppo dal concerto previsto per settembre. A scatenare le reazioni sono state le accuse di genocidio da parte di Israele e il grido “morte all’Idf” pronunciato dal frontman Bobby Vylan.

Anche la Germania contro Bob Vylan, esclusi da festival tedesco dopo denuncia genocidio a Gaza e “morte all’Idf” sul palco del West Holts

Il gruppo britannico Bob Vylan, noto per il suo stile rap-punk e le sue posizioni politiche radicali, ha visto annullata una delle sue prossime esibizioni in Germania, a seguito delle dichiarazioni contro Israele del frontman durante il recente Glastonbury Festival. La cancellazione è stata confermata dal locale Live Music Hall di Colonia, dove la band avrebbe dovuto aprire per i Gogol Bordello il prossimo 13 settembre.

Il provvedimento arriva dopo che il cantante Bobby Vylan si è schierato contro il genocidio a Gaza e ha gridato sul palco del West Holts Stage: “Morte all’Idf”, riferendosi alle Forze di Difesa Israeliane, mentre proseguono i bombardamenti sulla Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano.

In un post su Instagram, il locale tedesco ha annunciato: “La band ‘Bob Vylan’ NON si esibirà come gruppo di supporto il 13.09.2025!”. Un dipendente del Live Music Hall ha poi dichiarato all’agenzia AFP: “Abbiamo deciso insieme agli organizzatori locali che i Bob Vylan non si esibiranno qui dopo il clamore mediatico.”

La band era attesa anche al Radar Festival, previsto sabato alla Victoria Warehouse di Manchester, ma anche in questo caso gli organizzatori hanno comunicato la loro esclusione. I Bob Vylan hanno risposto con un messaggio su Instagram rivolto ai fan: “Manchester, torneremo”.

Anche la partecipazione al festival francese Kave Fest, prevista per domenica, è stata annullata dagli organizzatori.

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno revocato i visti d’ingresso alla band. A comunicarlo è stato il Vice Segretario di Stato Christopher Landau in un post su X: “Gli stranieri che glorificano la violenza e l’odio non sono i benvenuti nel nostro Paese”. Ha inoltre accusato il gruppo di aver condotto “una tirata piena d’odio” e di incitamento alla violenza.

Il tour statunitense, che sarebbe dovuto partire a fine ottobre, è quindi stato cancellato. La decisione rientra nella politica del Dipartimento di Stato che prevede la revoca dei visti a chi critica Israele.

Durante il controverso set a Glastonbury, Bobby Vylan ha anche gridato: “Libertà, libertà per la Palestina” e ha criticato la copertura dei media britannici sulla crisi in corso: “Le Nazioni Unite lo hanno definito un genocidio. La BBC lo chiama ‘conflitto’”. – si leggeva su un grande schermo alle sue spalle.

Il pubblico aveva accompagnato i cori sollevando bandiere palestinesi. I video dell’esibizione sono diventati virali, ricevendo consensi online. In uno di questi, si sente chiaramente il frontman rivolgersi alla folla: “Va bene, ma avete sentito questa? Morte, morte all’Idf”.

Le dichiarazioni hanno provocato reazioni indignate da parte di esponenti israeliani e sostenitori sionisti. Il Primo Ministro britannico Keir Starmer aveva definito le parole del cantante “un discorso d’odio riprovevole”. Anche l’Ambasciata israeliana a Londra aveva commentato: “Profondamente turbati dalla retorica, che è infiammatoria e odiosa”.

Tuttavia, molti utenti hanno difeso le affermazioni del cantante come una forma di protesta politica contro i crimini commessi dall’esercito israeliano

In merito alle cancellazioni, la band ha ribadito la propria posizione con un messaggio rivolto ai propri follower: “Il silenzio non è un’opzione. Noi staremo bene, il popolo palestinese sta soffrendo”.

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