Venerdì, 05 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Trump militarizza lo scontro sugli immigrati per colpire i nemici politici e guadagnare nell'opinione pubblica

La Casa Bianca cercava da tempo l'occasione per contrastare le amministrazioni locali democratiche, ora alle prese con le manifestazioni violenti

11 Giugno 2025

deportazione immigrati

Operazione per espellere immigrati dagli USA. Fonte: Imagoeconomia

I disordini scoppiati a Los Angeles hanno seguito un copione ben preciso: aumento delle operazioni per identificare chi non ha il permesso di soggiorno in regola, e conseguente reazione da parte delle comunità in cui vivono e lavorano gli immigrati, sfociata in manifestazioni pubbliche. Lo scontro era prevedibile, e in un certo senso voluto, in quanto disegna un contrasto tra due posizioni a livello sia pratico sia concettuale.

Durante la campagna elettorale del 2024, Donald Trump aveva detto più volte che voleva mandare truppe nelle città gestite dai democratici per riportare l’ordine. Il peccato commesso dagli amministratori locali, in particolare, è quello di definirsi come “sanctuary cities”, cioè città che non prestano collaborazione attiva alle operazioni del governo federale per l’individuazione e l’espulsione degli immigrati irregolari. Può sembrare strano, ma in base alla Costituzione e alle sentenze dei tribunali, il governo federale non può ordinare agli enti locali di attuare i programmi federali. Così ha preso piede una sorta di resistenza passiva sui punti dove i politici locali non sono d’accordo con la visione dell’amministrazione a Washington.

Ovviamente Trump vuole imporsi, soprattutto in materia di immigrazione, quindi i suoi consiglieri cercavano da tempo il modo di alzare lo scontro su questo punto, e lo Stato della California – visto come l’esempio dell’opposizione democratica – rappresenta il bersaglio giusto. Così, a maggio, il consigliere del presidente Stephen Miller ha detto agli agenti dell’ICE che serviva intensificare le operazioni, arrestando tutti gli illegali possibili, e suggerendo anche di andare in negozi tipo “Home Depot”, che vende attrezzi e materiali per l’attività edile. Lì, infatti, gli immigrati spesso aspettano nella speranza di trovare lavoro occasionale nella costruzione.

Quando, la scorsa settimana, gli agenti federali hanno dato via ad una retata in un comune a sud di Los Angeles, Paramount – dove oltre l’80% dei residenti è di origine ispanica – proprio in un negozio Home Depot, numerose persone hanno cominciato a manifestare contro l’operazione. La polizia si è presentata subito, ma è stata l’occasione perfetta per la Casa Bianca per alzare il livello: da Washington hanno ordinato il dispiegamento della Guardia Nazionale, di fatto militarizzando lo scontro e peggiorando la situazione.

Infuria già la battaglia legale, in quanto la Guardia Nazionale in realtà viene gestita dai governatori dei singoli Stati, e quindi Trump ha dovuto invocare poteri straordinari per giustificare la sua azione (metodo ormai consolidato negli ultimi mesi), mentre il Pentagono ha mobilitato anche 700 Marines, altra mossa di dubbia legalità. Tuttavia, il Tycoon è sicuro che questo scenario lo aiuterà: la strategia è dimostrare che lui è disposto a utilizzare il pugno duro per ottenere i suoi obiettivi, o almeno questo obiettivo, che sembra essere condiviso da una maggioranza degli americani.

Come in tutto, però, Trump rischia di sovrastimare il sostegno per le sue azioni. Infatti, mentre gli elettori appoggiano l’espulsione degli immigrati con un passato criminale, il sostegno cala quando si parla di persone innocenti, che tra l’altro lavorano e contribuiscono alla vita della comunità. E il metodo di dichiarare sempre l’emergenza per sfruttare poteri straordinari comincia a sembrare un obiettivo in sé, facendo preoccupare per le libertà fondamentali.

Il problema per i democratici è che si trovano dalla parte sbagliata del dibattito sull’ordine pubblico: non è facile accusare gli agenti federali quando i manifestanti passano alla violenza, rompendo le vetrine dei negozi e incendiando le automobili. Il Tycoon e i suoi consiglieri ci contano, e sperano in questo modo di uscire rafforzati da uno scontro che hanno iniziato volentieri, sapendo di mettere in difficoltà i loro avversari politici.

di Andrew Spannaus

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x