14 Aprile 2025
La Cina ha deciso di bloccare l’export di minerali, magneti e terre rare, fondamentali per le industrie di automobili, semiconduttori, tecnologie spaziali e hi-tech. Si tratta di una misura "di ritorsione" da parte di Xi Jinping, contro l’inasprimento dei dazi deciso nei giorni scorsi dal presidente Usa Trump.
La stretta del governo di Pechino, in risposta ai dazi imposti da Trump, colpisce materiali cruciali utilizzati per la produzione di componenti automobilistiche, droni, robot, missili, motori elettrici, semiconduttori e condensatori. Un colpo potenzialmente devastante per l’industria globale, con effetti a catena sulle catene di fornitura di tutto il mondo.
Il 4 aprile era già arrivata una prima avvisaglia: Pechino aveva introdotto restrizioni sull’export di sei metalli pesanti appartenenti alle cosiddette terre rare, raffinati interamente in Cina, e di magneti realizzati con gli stessi materiali, di cui il Paese asiatico controlla il 90% della produzione mondiale. L’esportazione di questi beni è ora subordinata al rilascio di licenze speciali.
Le industrie interessate vanno ben oltre il comparto automobilistico: il blocco potrebbe compromettere la produzione di veicoli elettrici e a benzina (dato che molte componenti, come lo sterzo, dipendono da motori elettrici), motori a reazione, sistemi laser, fari, droni, razzi, e in modo particolare i semiconduttori e i condensatori utilizzati nei chip dei computer, fondamentali tanto per l’AI quanto per gli smartphone.
Secondo il New York Times, mentre alcune aziende giapponesi hanno accumulato ampie riserve di questi materiali, la maggior parte delle aziende americane non lo ha fatto, puntando a ridurre i costi di stoccaggio. Una scelta che oggi si traduce in una vulnerabilità critica, soprattutto nei settori ad alta tecnologia e nella difesa. Per Pechino, perdere il mercato statunitense non rappresenta un danno rilevante, vista la varietà di clienti nel mondo. Per Washington, al contrario, lo stop cinese potrebbe avere conseguenze strategiche pesantissime.
Sempre secondo il New York Times, i funzionari doganali cinesi stanno bloccando le esportazioni non solo verso gli Stati Uniti, ma anche verso tutti gli altri paesi occidentali, inclusi Giappone e Germania. Al momento, però, i dirigenti del settore delle terre rare hanno dichiarato che l'applicazione delle nuove condizioni di esportazione è stata finora disomogenea tra i diversi porti cinesi.
Nel frattempo, il presidente cinese Xi Jinping ha inaugurato la sua prima missione diplomatica del 2025, con una visita in Vietnam che proseguirà nei prossimi giorni in Malesia e Cambogia. Un viaggio che assume un significato simbolico in un momento di alta tensione geopolitica.
"Il protezionismo non porta da nessuna parte" ha dichiarato Xi, aggiungendo che "una guerra commerciale non vedrà vincitori".
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