28 Febbraio 2025
Fonte: X @MaraAssis
Al via in Egitto i negoziati tra Israele e Hamas per la seconda fase del cessate il fuoco. Oggi al Cairo funzionari di Israele, Qatar e Stati Uniti si sono incontrati per discutere della seguente fase della tregua, alla luce della scadenza del 1 marzo della prima fase.
L'Egitto ha fatto sapere che sono iniziati oggi al Cairo i negoziati tra funzionari di Israele, Qatar e Stati Uniti sulla seconda fase del cessate il fuoco a Gaza. Le "intense discussioni" tra le delegazioni hanno ad oggetto anche il miglioramento della fornitura di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, "come parte degli sforzi per alleviare le sofferenze della popolazione e sostenere la stabilità nella regione", hanno fatto sapere i mediatori.
Al centro delle trattative però c'è l'intenzione di Israele di estendere la prima fase della tregua, fortemente osteggiato da Hamas. Come emerso dai colloqui tra l’inviato del premier Netanyahu, Ron Dermer, e il segretario di Stato Steve Witkoff, l'obiettivo dello stato ebraico è estendere di altri 42 giorni la prima fase per ottenere la liberazione di altri 24 ostaggi ancora vivi, tra i 59 ancora rimasti a Gaza. Hamas è contrario e ha richiesto a Israele il rispetto degli accordi.
Nonostante gli impegni diplomatici, questa prima fase del cessate il fuoco si chiuderà (formalmente questo sabato 1 marzo) all'insegna di un clima ancora molto teso tra le parti. Ieri un palestinese ha travolto dei passanti a Gan-Shmuel vicino a Pardes Hanna, nel Nord di Israele, ferendo 10 persone, di cui sei sono ancora ricoverate in ospedale. Il palestinese al volante è stato poi ucciso dalla polizia israeliana. Un attacco terroristico subito rivendicato da Hamas che lo ha definito "un messaggio al governo di occupazione estremista e ai crimini in corso".
A Rafah invece, nel Sud della Striscia di Gaza, un drone israeliano ha ucciso Raad Nidal Al Amwasi, un giovane palestinese di 18 anni, e due pescatori di Gaza sono rimasti feriti nei bombardamenti israeliani condotti oggi al largo della città.
Secondo fonti occidentali lo stato ebraico starebbe temporeggiando, le richieste di Israele infatti hanno aperto diversi dubbi sulla stabilità della tregua. Il timore è che Netanyahu si stia "preparando a tornare in guerra contro Hamas, convinto che l'accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi non durerà più di alcune settimane".
Hamas in seguito all'avvio dei negoziati in Egitto ha quindi rivolto un messaggio alla comunità internazionale, chiedendo di "esercitare pressione su Israele affinché rispetti pienamente l'accordo e a entrare immediatamente nella seconda fase, senza ritardi o elusioni" come si sono verificati in questa prima fase, con il blocco imposto dallo stato ebraico sugli scambi dei prigionieri.
Oltre ad aver interrotto lo scambio di prigionieri, Israele non ha iniziato nemmeno l'implementazione del ritiro dei suoi soldati dal Corridoio Filadelfia, come doveva avvenire a partire dal 42esimo giorno di tregua. Il Ministro della Difesa israeliana Katz ha detto: "Il Corridoio Filadelfia", una striscia che corre lungo il confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, "rimarrà una zona cuscinetto". Katz inoltre starebbe lavorando al piano di deportazione dell'amministrazione Trump per la Striscia: "Sto rapidamente promuovendo l’istituzione di un’amministrazione di immigrazione volontaria", ha dichiarato, "per consentire a coloro che desiderano lasciare Gaza di farlo tramite il porto di Ashdod o l’aeroporto di Ramon".
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