28 Febbraio 2025
Lindsey Graham, fonte: LaPresse
Lindsay Graham, colonnello, avvocato e senatore repubblicano per lo Stato della Carolina del Sud, non è nuovo a sparate paradossali. Da anni invoca la “soluzione del problema iraniano”, per consentire alle compagnie americane di acquisire il controllo del petrolio.
Ora compare in un filmato nel quale invoca la guerra a oltranza contro la Federazione Russa, per evitare che le risorse minerarie “della nazione potenzialmente più ricca d'Europa” finiscano nelle mani di Putin e Xi Jinping.
Tutta la storia degli Stati Uniti è stata plasmata dalla teoria del Destino manifesto, la convinzione che gli USA abbiano la missione di espandersi, diffondendo la loro forma di libertà e democrazia. I sostenitori del destino manifesto credevano che l'espansione non fosse solo buona, ma che fosse anche ovvia ("manifesta") e inevitabile ("destino").
In nome di questa teoria, sono stati massacrati i nativi americani (consiglio la lettura del saggio di Roxanne Dunbar-Ortiz An indigenous People's History of the United States).
Grazie a facce di bronzo come Lindsay Graham, ogni tanto la cruda realtà ammantata di retorica si mostra in tutta la sua oscenità: della libertà e della democrazia non importa niente a nessuno, importa predare le risorse delle vittime dell'espansione.
In fondo, dobbiamo essere grati a persone schiette come Donald Trump e Lindsay Graham: fanno fare la figura che si meritano a gente come Paolo Mieli, Beppe Severgnini, Gianni Riotta e compagnia bella.
La Striscia di Gaza, le terre rare ucraine e il petrolio iraniano sono opportunità di predazione: tutto il resto sono balle, ad uso delle anime candide che le amplificato e diffondono sui media di mezzo mondo.
Così tutte le disquisizioni, i sermoni, le lezioncine di questi pedanti amplificatori del nulla erano balle. La verità è quella narrata da Donald Trump e Lindsay Graham.
Personalmente, reputo che tutto sia meglio dell'ipocrisia di Joe Biden.
Prendiamone atto: centinaia di migliaia di esseri umani sono morti per quei 10 / 12 trilioni di dollari. Per me, pacifista, è qualcosa di orribile, ingiustificabile. Ero a Kiev, in Piazza Maidan all’interno delle barricate nell’inverno 2013/2014. Ho ascoltato le promesse fatte da Victoria Nuland e John McCain ai giovani: “libertà e democrazia”. Oggi centinaia di migliaia di quei giovani sono morti in una guerra oscena, una guerra di prestigio, una “guerra per l’egemonia”, la più esecrabile nell’oscena gerarchia delle guerre, quella più deprecata dal filosofo Bertrand Russell, che resta – almeno per me liberale e pacifista – il filosofo di riferimento.
Cinicamente, osservo che non sono morti invano. Se Donald Trump troverà un accordo per spartirsi le risorse minerarie con Vladimir Putin, l'impero americano avrà raggiunto il suo obiettivo e salvaguardato gli interessi economici di BlackRock (che ha enormi investimenti in Ucraina). Gli europei faranno la loro parte di utili idioti: del resto, Starmer e Merz sono emanazioni politiche di BlackRock e non possono mordere la mano del padrone.
Questo è il quadro della situazione. Qualcosa è cambiato: quel miserabile essere umano che risponde al nome di Hunter Biden (graziato da suo padre) non tornerà a Kiev. Ci andrà qualcun altro, a spartirsi il bottino di guerra con gli oligarchi che poi incontreremo a Londra, Montecarlo o Sankt Moritz su Mercedes Classe G blindate.
Neanch'io tornerò a Kiev, in quella Kiev che ho amato, dove ho scritto un racconto e sono stato felice. Ma questo non interessa a nessuno.
Di Alfredo Tocchi
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