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Che fine ha fatto Kamala Harris? Quali le sue prospettive politiche? Non scontato che sia fuori dai giochi per il 2028

Riposando il futuro sulle ginocchia di Giove, ovviamente, davvero difficile che il cammino di una Kamala Harris la quale non voglia accettare la pensione sia quello qui tracciato che oggi appare comunque il più assennato

15 Gennaio 2025

Biden si ritira e Kamala Harris è la nuova candidata dem alla Casa Bianca: cambia l'orchestra ma non la musica suonata

Kamala Harris, fonte: imagoeconomica

Vediamo un po’.
Lasciando da parte John Adams (le cui sconfitte ad opera di George Washington precedenti la conquista da parte sua della Executive Mansion con un sistema elettorale che non prevedeva il ticket erano assolutamente scontate ed accettate perché doveva pur esserci un Vicepresidente), restando a nomi di grande rilievo, Thomas Jefferson ed Andrew Jackson, per dire, perdenti quando per la prima volta candidati alla Presidenza, sono poi riusciti eccome, ripresentandosi, ad arrivare allo scranno sul quale siede negli Stati Uniti il detentore del potere esecutivo.
Volendo, anche William Harrison e un Richard Nixon apparentemente, incredibilmente risorto nel 1968.
Non è pertanto affatto scontato che Kamala Harris, per quanto disfatta elettoralmente da Donald Trump nel novembre scorso, sia fuori dai futuri giochi.
Nessuno, per cominciare, vieta che dopo essersi leccata le ferite (come, lontana dai riflettori tanto che ci si chiede dove diamine sia finita, sta facendo), guarita, torni in pista.
Nessuno vieta che un domani arrivi a White House.
Così sperano in particolare alcune esponenti democratiche del cosiddetto sesso debole (Donna Brazile, già Presidente del Comitato Nazionale Democratico, e l’esperta sondaggista Molly Murphy in primo luogo) le quali tendono a giustificare la sconfitta subita dalla Vicepresidente sottolineando la difficile a dir poco stessa origine della sua candidatura conseguente come sappiamo non ad un percorso per così dire classico di selezione ma di necessitato ripiego non avendo Joe Biden fatto al momento giusto il passo indietro che le sue reali condizioni fisiche e mentali gli avrebbero dovuto imporre.
Tra i Capi dello Stato americani citati, considerato il fatto che Harris è californiana, suona bene come modello esattamente il conterraneo Richard Nixon.
Suona bene perché nel 1962, due anni dopo avere perso la sfida nazionale con John Kennedy, il futuro Presidente della apertura alla Cina Popolare, il solo infine costretto alle dimissioni, si candidò alla carica di Governatore dello Stato con capitale Sacramento (uscendo sconfitto dalla tenzone ma non è che ripetendone il percorso non si possa migliorare).
E considerata la posizione dal punto di vista elettorale istituzionale di Gavin Newsom, appartenente al suo stesso partito, che nel 2026 non potrà più riproporsi localmente essendo quello in corso il suo secondo mandato governatoriale…
Questa la strada, ove cercasse la tuttora e fino a mezzogiorno del 20 gennaio in carica Vice una rivincita.
Caratterialmente, possiamo aspettarcelo?
Si può dubitare al riguardo non dimenticando però il fatto che non poi tanto pochi sono storicamente stati i politici americani capaci quasi di mutare personalità al momento giusto.
Riposando il futuro sulle ginocchia di Giove, ovviamente, davvero difficile che il cammino di una Kamala Harris la quale non voglia accettare la pensione sia quello qui tracciato che oggi appare comunque il più assennato.

Di Mauro Della Porta Raffo.

Presidente onorario della Fondazione Italia USA

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