07 Dicembre 2024
Biden e Harris, fonte: imagoeconomica
Un mese dopo il voto presidenziale che ha visto la vittoria di Donald Trump, infuria il dibattito nel mondo democratico sui motivi della sconfitta di Kamala Harris. Buona parte degli analisti concordano sul fatto che le circostanze fossero oggettivamente difficili, a causa dell'errore di Joe Biden di ricandidarsi nonostante l'immagine di debolezza e confusione mentale, lasciando pochi mesi per costruire una candidatura forte attorno a Harris. Inoltre, i due grandi temi dell'inflazione e dell'immigrazione avevano messo i democratici sulla difensiva e sono stati sfruttati in modo efficace dalla campagna di Trump.
Cresce, però, la consapevolezza che sia stato il fattore culturale a rivelarsi forse decisivo, perché l'immagine dei democratici come troppo di sinistra, ligi all'ideologia "woke" che promette di combattere la discriminazione e i valori tradizionali, ha approfondito il distacco dagli elettori della classe media e bassa del Paese. È una cosa presentarsi come illuminati nel mondo delle università, tra i professionisti del tech e le star di Hollywood; l'accoglienza è ben diversa tra chi svolge lavori manuali e si preoccupa della disgregazione della famiglia e del tessuto culturale.
Il colpo più efficace è arrivato da una pubblicità televisiva della campagna di Trump sul tema gender: si vede Kamala Harris, qualche anno fa, affermare il suo sostegno per gli interventi chirurgici per cambiare sesso ai detenuti nelle prigioni, pagati dallo Stato. Lo spot si conclude con le parole: “Kamala is for They/Them; Trump is for you”. Il riferimento è a chi indica i pronomi preferiti – spesso scegliendo "they" (loro) anche per i singoli, per evitare l'identificazione di genere implicita nei pronomi "he" e "she" (lui e lei). In sostanza, Harris appare preoccupata di garantire il cambio di sesso perfino agli immigrati e ai criminali, una visione woke estrema lontanissima dal messaggio di Trump, che promette di battersi per aiutare la gente comune.
Queste dichiarazioni, particolarmente dannose per Harris, sono state riproposte in altri spot simili, quelli più trasmessi nell'ultima fase della campagna elettorale. Hanno contribuito a rafforzare l'idea che i democratici siano estremi, concentrati su temi lontani dalle difficoltà quotidiane dei cittadini. In questo modo, il messaggio di speranza e unità di Harris, così come il tentativo di sottolineare i progressi economici ottenuti grazie ai grandi interventi pubblici sviluppati durante l'amministrazione Biden, sono stati oscurati da un'immagine culturale respinta da una parte consistente dell'elettorato.
Ora i democratici devono decidere come procedere: c’è una consapevolezza generale della necessità di ricucire il rapporto con la classe lavoratrice, che negli anni si è gradualmente spostata verso destra. E' iniziato con l'adesione della sinistra alla globalizzazione economica, ma oggi pesa soprattutto l'atteggiamento politicamente corretto portato all'estremo. Servirà una svolta chiara per fermare il processo di polarizzazione dell'elettorato su basi culturali, il che significa un passo indietro di chi promuove l'ideologia "woke".
di Andrew Spannaus
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