25 Novembre 2024
Il Vice Ministro ha sottolineato l'importanza di educare i giovani ai cambiamenti climatici durante la presentazione a Baku della nuova Green University di Tashkent in Uzbekistan.
D: Quanto è importante in questo momento conoscere meglio l'ambiente alla luce anche di quello che abbiamo purtroppo visto in Spagna?
R: Innanzitutto, le nostre condoglianze vanno alle persone che hanno subito la terribile tragedia di Valencia. Credo che ci sia un'immagine chiara di ciò che accade quando la natura fa il suo corso. Crediamo che se la discussione verte su come combattere il cambiamento climatico, l'educazione sia ciò che prepara i ragazzi di oggi, i politici di domani, ad affrontare questi problemi. Si passa attraverso la giusta comprensione delle cause, attraverso il modo in cui comunichiamo e spieghiamo alle diverse parti interessate la serietà di questi problemi, in modo da sperare di non vedere mai più le terribili scene che abbiamo visto in Spagna. Si tratta ovviamente di un impegno di un'educazione a lungo termine; dobbiamo assicurarci la massima preparazione sulla sostenibilità e circa l'impatto che questi eventi possono avere sulle persone e le generazioni future.
D: Quali iniziative ha messo in atto il suo ministero?
R: La più importante è quella che abbiamo proposto con la presidenza della COP29. Il 18 novembre abbiamo riunito i ministri per discutere - e sono felice di dire che si unirà a noi anche lo stimato ministro italiano -, stiamo pensando di presentare insieme all'Oecd un quadro del cambiamento climatico nel "Pisa Assessment". Si tratta di un'iniziativa molto seria, nel senso che i Paesi membri dell'Oecd e non solo, parteciperanno alla valutazione di Pisa, che è un tema molto delicato per tutti noi, perché ci permette di confrontarci con gli altri. L'obiettivo, però, è fare in modo che la valutazione rifletta il tema del cambiamento climatico, perché crediamo che quando la valutazione cambia, i programmi di studio e i corsi di formazione cambianono rapidamente, coloro cdunque che preparano i ragazzi si adattano più rapidamente e riteniamo che questa sia una leva che può produrre l'effetto che desideriamo. Naturalmente questo non dipende dall'Azerbaigian, ma anche dai nostri colleghi che lavorano insieme e speriamo di poterlo fare entro la tornata di valutazione del 2029.
D: Possiamo parlare di sostenibilità energetica quando insegniamo al pubblico o agli studenti? Abbiamo infatti una vasta gamma di fonti energetiche.
R: Parlare del miglior tipo di energia è molto difficile, credo che alla COP29 abbiamo già sentito un messaggio molto serio sull'essere realistici. Ma naturalmente le generazioni future, soprattutto, dovranno essere pronte a cambiare mentalità. Dovranno essere in grado di capire che certe fasi di sviluppo hanno hanno richiesto determinate fonti enerrgetiche in questo periodo e che un periodo diverso potrebbe richiedere soluzioni diverse. In questo senso, il progresso scientifico e la capacità di adattamento dei Paesi saranno le caratteristiche che definiranno il modo in cui i diversi Paesi potranno effettuare la transizione. Ciò significa che dobbiamo assicurarci che i nostri figli siano resilienti, preparati all'adattamento che sta arrivando, e allo stesso tempo dobbiamo assicurarci che il processo si svolga nel modo più fluido possibile, senza creare tutto questo sconforto intorno all'argomento, perché se tutti noi ci uniamo, ovviamente, questa è una sfida che può essere risolta dall'umanità.
D: Quanto è importante la cooperazione con l'UE e con i diversi Paesi?
R: Siamo solo un Paese. Oggi il mondo intero potrebbe essere a Baku, siamo felici di salutarli tutti, è un privilegio e un onore. Ma sul pianeta non siamo in grado di risolvere i problemi del cambiamento climatico senza la cooperazione. Ci vorrà uno sforzo che vada oltre i confini: anche oggi all'evento hanno detto che “la natura non conosce confini”. In questo senso, non è un compito che l'Azerbaigian da solo sarà in grado di affrontare, ma richiede l'impegno e la dedizione di tutti i Paesi, perché tutti i paesi sono esposti a questa problematica.
D: State collaborando con l'Unione europea?
R: Certo, sia con l'Unione Europea che con i Paesi in formato bilaterale. Siamo felici di poter dire che tra i partner che hanno partecipato il 18 Novembre l'Europa era ben rappresentata poi noi crediamo che in futuro avremo bisogno della collaborazione di tutti coloro che sono coinvolti; in questo senso, l'Europa e l'Asia sono i continenti a cui siamo più vicini, quindi è naturale che siano rappresentati in questa discussione.
D: Quale sarà l'agenda nel prossimo futuro, in merito all'iniziativa di cui parla?
R: La presidenza dell'Azerbaigian alla COP29 è iniziata di recente e continuerà fino all'anno prossimo, quando passeremo il testimone al Brasile. Nel corso di questo processo abbiamo in programma di impegnarci seriamente per assicurarci innanzitutto che questa iniziativa venga lanciata e poi che si crei una coalizione intorno a questa.(perché richiederà molto impegno, molte decisioni difficili da prendere, tutti devono essere d'accordo). Riteniamo che si tratti di una tempistica piuttosto ambiziosa, ma speriamo che entro il prossimo anno, in occasione del consiglio di amministrazione di Pisa, saremo in grado di trovare un accordo e di portare a termine l'iniziativa. Ci saranno dunque una serie di discussioni, riunioni e impegni durante la presidenza dell'Azerbaijan.
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