14 Ottobre 2024
il relitto del galeone San José, fonte X @luigibignami
A San José in Colombia, era stato ritrovato a 950m di profondità e a circa 30 chilometri dalle coste di Cartegena de Indias, il relitto di un galeone con a bordo un tesoro di 20 miliardi di dollari. Il galeone, ribattezzato San Josè, era affondato nel 1708 al largo delle coste della Colombia. Il galeone trasportava a bordo oro, argento e gioielli quando, durante una battaglia navale con gli inglesi, fu colpita e affondò con tutto il suo equipaggio. Il suo ricco tesoro aveva sin da subito scatenato numerosi dibattiti sulla sua paternità.
La storia del San José oltre ad essere interessante sul versante archeologico è diventata, d'altra parte, anche un “campo di battaglia diplomatico”. La Spagna, la Colombia, gli Stati Uniti e le comunità indigene hanno rivendicato il diritto di reclamare il tesoro degli abissi. La Spagna ha affermato che il galeone appartiene ancora alla sua Marina, essendo stata una nave da guerra al servizio della Corona spagnola. La Colombia, invece, ha rivendicato il diritto della gestione dei beni ritrovati nelle sue acque territoriali.
Dall'altra parte, le comunità indigene hanno reclamato una parte del tesoro come “compenso” per i “secoli di sfruttamento coloniale”. Infine, gli Stati Uniti che, attraverso società private di recupero, si sono inserite nel dibattito. Quest'ultime hanno proposto delle “soluzioni” per il recupero del tesoro. Nonostante ciò gli archeologi e i subacquei continuano a sottolineare che il valore del galeone San José non risiede nei suoi beni materiali, ma nella sua importante storia e nei resti umani che giacciono sul fondo della costa caraibica.
Il San José oltre al suo tesoro materiale comprenderebbe anche un vasto “bene immateriale”. Il relitto ospita ancora dentro di sé le circa 600 persone che persero la vita nell’affondamento. Secondo molti esperti, come l’archeologo marittimo Juan Guillermo Martin, il relitto deve rimanere lì dov'è. Lo studioso ritiene, infatti, che recuperare i beni, significherebbe “disturbare i resti umani” che giacciono nelle profondità del mare e privare il sito del suo “contesto storico e archeologico”.
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