02 Ottobre 2024
Regina Elisabetta e Boris Johnson (fonte LaPresse)
L’ex primo ministro britannico Boris Johnson ha infranto il protocollo reale rivelando nel suo libro di memorie che la regina Elisabetta II soffriva di cancro alle ossa prima della sua morte, avvenuta nel settembre del 2022.
“Sembrava pallida e più china, e aveva lividi scuri sulle mani e sui polsi, probabilmente dovuti a gocce o iniezioni”, si legge.
Nel libro scritto da Boris Johnson, che uscirà nelle librerie il 10 ottobre 2024, l'ex premier ha ricordato gli ultimi giorni della regina Elisabetta a Balmoral, in Scozia. “Sapevo da almeno un anno che aveva una forma di cancro alle ossa, e i suoi medici erano preoccupati che in qualsiasi momento potesse avere un forte declino”, ha scritto Johnson, che si dimise formalmente due giorni prima della decesso.
Il certificato ufficiale aveva inizialmente riportato la dicitura "vecchiaia" come causa morte. Poco tempo fa però, in una biografia su Kate Middleton, era stata confermata la morte per cancro al midollo osseo. Le dichiarazioni di Jonhnson sulla malattia della Regina sono le prime rese pubblicamente da un ex alto funzionario del governo.
Buckingham Palace, però, non commenta mai i libri pubblicati sulla famiglia reale e quindi non ha confermato né smentito le affermazioni di Johnson.
Johnson è stato primo ministro tra il 2019 e il 2022. Nel libro ricorda di essersi recato alla residenza reale di Balmoral per la consueta udienza e le dimissioni. Al suo arrivo, afferma di essere stato accolto dal segretario privato della Regina, Edward Young, il quale gli fece sapere che la sovrana era notevolmente peggiorata durante l'estate. Ripensando all'ultima volta che i due si sono seduti insieme nel salotto della Regina, Johnson ha detto di aver capito il preannuncio di Young: “Sembrava pallida e più china, e aveva lividi scuri sulle mani e sui polsi, probabilmente dovuti a gocce o iniezioni”.
“Ma la sua mente - ha aggiunto l'ex rpemier - era completamente libera dalla malattia, e di tanto in tanto durante la nostra conversazione sfoggiava ancora quel grande sorriso bianco nella sua improvvisa bellezza che sollevava l'umore”.
“Irradiava una tale etica del servizio - si legge nel libro - della pazienza e della leadership che sentivi davvero che saresti morto per lei, se necessario. Questo può sembrare assurdo per alcuni (e del tutto ovvio per molti altri), ma questa lealtà, per quanto possa sembrare primitiva, è ancora al centro del nostro sistema. C'è bisogno di una persona gentile e saggia, e al di sopra della politica, per personificare ciò che di buono c'è nel nostro Paese. Lei ha fatto questo lavoro in modo brillante”.
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