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Bambino lupo in Scozia: "Mi sento tale", scuola lo consente con supporto dei docenti, gli esperti: "piccoli esposti a pedofilia"

La decisione della scuola scozzese solleva preoccupazioni tra gli esperti, che avvertono dei rischi di esporre i minori a pericoli online e influenze negative, mentre il dibattito sull'identità animale prende piede

21 Settembre 2024

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Fonte: Wikimedia Commons

Bambino lupo in Scozia: "Mi sento tale" e la scuola glie lo consente con il pieno sostegno del consiglio dei docenti, anche se gli esperti avvertono: "I più piccoli così sono esposti a pedofilia, coinvolti in feticismi sessuali dei pedofili". È il caso di un alunno che si identifica come un animale in una scuola media scozzese che fa scoppiare la polemica nel Regno Unito. A riportare la notizia è il Daily Mail, secondo il quale documenti ufficiali rivelerebbero il primo caso in cui una scuola ha riconosciuto che un bambino si identificasse con un animale, in questo caso un lupo. L’alunno ha affermato di essere affetto dalla disforia di specie, una condizione in cui le persone non si riconoscono nella propria specie di nascita. Per proteggere la privacy del ragazzo non sono stati resi noti né il suo nome né quello della scuola in questione.

Il commento dell’esperto

Tuttavia, secondo il neuropsicologo clinico Tommy MacKay, interpellato dallo stesso quotidiano britannico, "non esiste una condizione scientifica come la 'disforia di specie'". Questa situazione, quindi, andrebbe ricondotta per lo specialista al periodo storico che stiamo vivendo: "Non è sorprendente", prosegue nell’articolo del Mail, "che ciò avvenga in un'epoca in cui molte persone vogliono identificarsi in qualcosa di diverso da quello che sono". Quello che per il neuropsicologo sarebbe sorprendente, invece, è che la scuola riconosca al bambino la sua identità animale. "Ora abbiamo un consiglio che sembra accettare a scatola chiusa il fatto che un bambino si identifichi come un lupo, invece di dirgli di uscirne fuori e di prendere coscienza di sé stesso, che sarebbe l'approccio di buon senso". Si tratterebbe del primo caso in Scozia, di fronte al quale non esisterebbero per questo motivo delle linee guida di azione specifiche da parte del sistema scolastico locale. Ad ogni modo il consiglio docenti, stando a quanto si legge nell’articolo, avrebbe messo a disposizione del giovane un supporto personale e più specifico tramite la figura di un operatore del benessere, che offrirà consulenza e aiuto nell’apprendimento. Sostenendo il bambino, la scuola avrebbe scelto di osservare le linee guida del governo scozzese denominate GIRFEC (Getting it right for every child), che mirano a supportare gli alunni indipendentemente dagli ostacoli all’apprendimento o dalle sfide che devono affrontare, nonché di rispettare la cosiddetta 'ruota del benessere'. Si tratta di uno schema riportato nelle stesse linee guida GIRFEC che sottolinea l’importanza di aiutare i bambini a "superare le disuguaglianze" e di garantire che vengano ascoltati nelle "decisioni che riguardano la loro vita, con adeguato supporto dove ritenuto opportuno".

La comunità furry

L’autorità locale scozzese ha affermato che l’alunno apparteneva a un gruppo che si definisce 'furry' e si identificava con la 'persona animale'. La comunità furry nasce dal fandom web incentrato su personaggi ritratti come animali antropomorfi, con personalità e caratteristiche umane come la capacità di parlare, il bipedismo e abbigliamento umano. Attualmente, ne fanno parte circa 1,8 milioni di persone provenienti principalmente da Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna e Germania, anche se non esiste una vera e propria organizzazione che ne riunisce la comunità, bensì diversi club e gruppi (sia online che offline) come ritrovo. Gli appartenenti scelgono la propria 'fursona', l’alter ego della propria persona umana. Negli ultimi mesi sono emerse altre storie simili, spesso fake news. Recentemente una scuola dell’Aberdeenshire ha dovuto smentire le voci secondo cui un alunno si era identificato come un gatto, ricevendo una lettiera nei bagni. Ma sui social si stanno moltiplicando gruppi e reti dedicati a coloro che si identificano come animali. Secondo il gruppo UFTScotland, le scuole che consentono ai bambini di identificarsi come animali li espongono al rischio di pedofilia e non li preparano all’età adulta: vestendosi come animali nei video pubblicati sui social, i giovani prendono parte a feticismi sessuali dei pedofili, pronti a sfruttarne la condizione di debolezza per entrare in azione. "C’è un pericolo reale che i pedofili possano prendere di mira i bambini sulla base del fatto che gli animali sono carini e divertenti", è il monito di Jo Bisset, promotrice del grupo UFTScotland, al quotidiano britannico. Inoltre, "cosa faranno questi bambini quando saranno adulti sul posto di lavoro? Non possono identificarsi come animali quando lavorano in un ufficio", ha concluso alimentando il dibattito.

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