08 Agosto 2024
Butch Wilmore e Sunita Williams
Una coppia di astronauti della NASA (National Aeronautics and Space Administration), gli americani Butch Wilmore e Sunita Williams, i quali sono già stati costretti a rimanere sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) due mesi in più del previsto, potrebbe addirittura rimanere bloccata nello spazio fino a febbraio 2025, per un totale di 8 mesi. Lo ha rivelato mercoledì la stessa agenzia governativa statunitense per la ricerca aerospaziale, rivelando che c’è un’opzione di emergenza attualmente al vaglio per il rientro dei due scienziati sfortunati. In tutto questo continuano le analisi e i test sulla Starliner, la capsula spaziale di fabbricazione della Boeing che li ha portati sulla stazione lo scorso giugno e che è andato in avaria. La loro missione sarebbe dovuta durare 8 giorni.
Le difficoltà sono emerse sin dalla partenza, prevista originariamente per il 7 maggio ma ritardata a causa di piccole perdite di elio che, inizialmente, non erano state ritenute un ostacolo sufficiente per posticipare ulteriormente il lancio, effettuato definitivamente il 5 giugno scorso. Tuttavia, una volta raggiunta l'Iss, la situazione si è complicata: ulteriori perdite di elio e il malfunzionamento di cinque dei 28 propulsori della Starliner hanno gettato un'ombra di incertezza sul futuro della stessa missione. La NASA sta ora valutando attentamente i rischi connessi a un ritorno sulla Terra con la navicella, considerando anche piani di emergenza alternativi. Tra questi, la possibilità di riconfigurare il software della capsula per un rientro autonomo e senza equipaggio, mentre l’omologa Crew Dragon della SpaceX, verrebbe adattata per trasportare i due astronauti in aggiunta al carico previsto. Sebbene addestrati per tutte le attività pianificate, incluse le passeggiate spaziali, questo piano estenderebbe a quasi otto mesi la permanenza degli astronauti nello spazio almeno fino a febbraio 2025, dagli otto giorni programmati inizialmente.
Starliner è attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale da più di 60 giorni, ma potrebbe rimanervi per un massimo di 90. Anche perché a fine settembre è prevista la missione spaziale della Crew Dragon della società di Musk, Space X e che dovrebbe attraccare nello stesso posto. Intanto Wilmore e Williams, 61 anni lui e 58 anni lei, stanno aiutando gli altri astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e potrebbero continuare a farlo anche nella prossima missione, prevista appunto per settembre. Fino al loro ritorno a terra con il nuovo equipaggio a febbraio. Ma a quali rischi va incontro chi rimane in orbita attorno alla Terra per mesi e mesi? Osteoporosi, nausea spaziale, perdita di massa ossea e muscolare, problemi cardiaci e cecità spaziale, diabete, tutto questo causato da microbi spaziali, tempeste solari, radiazioni assenza di gravità e polvere tossica. È noto che sono numerose le conseguenze fisiologiche, oltre che psicologiche, cui vanno incontro gli astronauti dopo una lunga permanenza nello spazio. Con lunga permanenza, come precisa la National Academy of Sciences in un recente report, si intende anche un viaggio di 30 giorni, anche se nella maggior parte dei casi gli astronauti rimangono in orbita dai 3 ai 18 mesi. Il corpo umano deve abituarsi alla microgravità, che è del 38% rispetto alla nostra : muscoli e ossa sarebbero sottoposti a parecchio stress. Per non parlare delle radiazioni solari. La Nasa è tenuta per legge a proteggere i suoi equipaggi da eventi come le tempeste solari, perché anche l’esposizione cumulativa alle radiazioni che si ha nello Spazio è un rischio concreto per la salute, aumentando sensibilmente le probabilità di sviluppare tumori. Gli esperti dell’agenzia spaziale hanno stimato in passato che per rimanere al di sotto di una percentuale di rischio del 3%, un uomo dovrebbe passare al massimo 268 giorni nello Spazio, e una donna 159. Qualora il fortunato astronauta non riscontrasse problemi all’apparato osseo, al cuore e alla vista ci sarebbero comunque i microbi spaziali a minare la sua salute: un test eseguito sulla stazione spaziale russa Mir, infatti, ha scoperto la presenza di ben 234 specie di batteri e funghi microscopici che vivevano a bordo con gli astronauti. Il personale in servizio sulla stazione tra il 1995 e il 1998 ha segnalato un alto numero di infezioni microbiche, come congiuntiviti, difficoltà respiratorie acute e infezioni dentali.
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