29 Luglio 2024
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan
Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha evocato in un discorso rilasciato nella serata di ieri domenica 28 luglio all’emittente televisiva turca Halk, la possibilità di invadere Israele per prestare soccorso alla popolazione palestinese a Gaza: "Dobbiamo essere forti affinché Israele non possa fare questo ai palestinesi. Come abbiamo fatto in Karabakh, in Libia, possiamo fare lo stesso con loro", ha affermato nell’intervento, trasmesso poi in televisione. Nonostante Erdogan non fosse nuovo a pesanti minacce nei confronti dello Stato d’Israele, è la prima volta che il premier turco si espone con un’affermazione tanto esplicita. Ovviamente, non si è fatta attendere la risposta israeliana, la quale è giunta poco dopo in serata per mezzo di un tweet del ministro degli Affari Esteri Israel Katz: "Erodgan segue l'esempio di Saddan Hussein e minaccia di attaccare Israele. Dovrebbe solo ricordare com'è andata in quel caso e come è finita", ha scritto Katz sulla piattaforma social di microblogging. Insieme con il messaggio, il ministro israeliano ha pubblicato anche due immagini: una foto di Erdogan accostata a quella del defunto leader iracheno. Le parole del presidente turco rischiano di alzare ulteriormente la tensione in un momento cruciale, segnato dall'attacco di Hezbollah contro la cittadina israeliana di Majdal Shams, sulle Alture del Golan. Il raid, attribuito da Israele a forze di Hezbollah e proveniente dal sud del Libano, ha provocato 12 morti, tutti ragazzi di età compresa tra i 10 e i 16 anni e la risposta israeliana è già in atto. Il rischio è quello di un’ulteriore escalation e di un allargamento del conflitto anche a nord dello stato israeliano, in uno scontro frontale con il Libano e una conseguente escalation in tutta l'area. Per questo, in una nota rilasciata ieri intorno alle 20 la Farnesina ha invitato tutti gli italiani presenti nella zona ad abbandonarla: "La Farnesina rafforza il monitoraggio operativo sugli italiani in Libano e Israele e continua a suggerire a tutti i cittadini italiani in grado di farlo di lasciare la regione.".
Nel frattempo, media libanesi e The Times of Israel riferiscono di attacchi aerei dell’Idf (Israel Defence Forces) nei pressi delle città di Houla e Markaba, nel Libano meridionale. Queste città nel sud della repubblica libanese - ricorda il quotidiano israeliano - sono zone che l'Idf ha preso di mira più volte negli ultimi nove mesi per sospette attività di Hezbollah e come centri nevralgici di comando delle azioni dell’organizzazione nella zona. Il quotidiano riporta anche che questa non sarebbe ancora la risposta di Israele all'attacco missilistico sulla città di Majdal Shams, nelle alture del Golan (territorio siriano occupato dallo stato ebraico), avvenuto lo scorso sabato 27 luglio e che ha provocato la morte di 12 persone, tutte sotto i 16 anni. L’attacco, era stato condotto sulla cittadina druso-israeliana nelle alture e aveva colpito un campo da calcio, ma da Hezbollah avevano negato ogni coinvolgimento. Per gli israeliani, però, non ci sono dubbi: "Sappiamo esattamente da dove è stato lanciato il razzo. Abbiamo esaminato qui sul muro del campo di calcio i resti del razzo e sappiamo che si tratta di un razzo Falaq, fabbricato in Iran, con una testata da 53 chilogrammi. Questo è un razzo di Hezbollah", ha ribadito il capo di Stato maggiore delle Idf, il generale Herzi Halevi. Dal governo libanese e dall’Iran, di contro, respingono tutte le accuse mosse nei confronti della formazione guidata da Hassan Nasrallah e l’Iran, per mezzo del portavoce del suo Ministero degli Esteri Nasser Kanani, accusa Israele di voler usare 'l’incidente' di Majdal Shams per sviare l’attenzione dai civili colpiti nel conflitto a Gaza, non prima di aver ribadito tramite il suo ambasciatore a Beirut Mojtaba Amani che l’avventurismo dello stato israeliano in Libano potrebbe portare ad una destabilizzazione ulteriore e ad una rovinosa escalation militare: "Israele vuole sfruttare l'attacco di Majdal Shams per sviare l'attenzione dai massacri in corso nella Striscia di Gaza" ha affermato il portavoce Kanani, proseguendo "non ha la minima autorità morale per commentare e giudicare l'incidente di Majdal Shams… qualsiasi azione sconsiderata porterebbe a instabilità, insicurezza e guerra nella regione". Netanyahu, rientrato in anticipo dagli Usa, ha convocato il gabinetto di sicurezza e ha commentato dicendo che gli Hezbollah "… pagheranno un prezzo alto".
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