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Trump piange a New York, ma sorride a Washington, la Corte Suprema pronta a limitare l’accusa di interferenza nelle elezioni

I giudici sembrano intenzionati a riconoscere l’immunità per gli atti ufficiali da presidente, allungando i tempi oltre il voto di novembre

26 Aprile 2024

Trump, la Camera pubblica la sua dichiarazione dei redditi. L'ira dell'ex presidente Usa

Donald Trump, Fonte: Imagoeconomica

Le vicende giudiziarie di Donald Trump sono sempre più al centro del dibattito pubblico. Si è conclusa la prima settimana del dibattimento del processo a New York, dove il Tycoon è accusato di aver nascosto i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels per non danneggiare le sue chances per la Casa Bianca nel 2016. Per ora va male per l’imputato: il primo testimone, David Pecker, editore del giornale tabloid National Enquirer, ha raccontato nel dettaglio come si è mosso d’accordo con Trump per bloccare la pubblicazione sulla stampa di storie di relazioni sessuali, proprio quello che afferma l’accusa.

All’ex presidente tocca ascoltare in silenzio, e anche quando si sfoga sui social a fine giornata deve stare ben attento a non violare le regole del “bavaglio” imposte dal giudice, evitando di diffamare il personale giudiziario e i testimoni che si schiereranno contro di lui. La procura ha già chiesto sanzioni finanziarie per alcune dichiarazioni, mentre in teoria potrebbero addirittura aprirsi le porte del carcere se Trump dovesse esagerare, ma tutti comprendono che una mossa del genere incendiarebbe il clima politico del paese.

Alla Corte Suprema di Washington, invece, le cose vanno meglio. Lì, i nove giudici stanno valutando la richiesta di Trump di ottenere l’immunità per gli atti compiuti quando era presidente, di fronte all’accusa di aver cercato di rovesciare l’esito del voto presidenziale del 2020. Il procuratore federale Jack Smith sperava di andare a processo già in primavera, ma il ricorso all’alta corte ha già rimandato tutto all’autunno. Inoltre, nell’udienza pubblica di ieri è diventato chiaro che la maggioranza conservatrice della Corte intende affrontare il merito della questione, anziché respingere la richiesta in toto.

La disputa riguarda la distinzione tra gli atti ufficiali e quelli compiuti nell’interesse personale. Smith ha voluto includere entrambi, accusando Trump non solo per le sue azioni private, ma anche per presunto abuso del potere presidenziale. Di conseguenza, la Corte Suprema sembra propensa a rimandare la questione al tribunale di prima istanza, chiedendo una chiara distinzione tra i due tipi di azioni. Ciò comporterebbe ulteriori ritardi e renderebbe praticamente impossibile iniziare il processo prima delle elezioni del 5 novembre.

Resta un ultimo rimedio per la procura: abbandonare le accuse relative agli atti compiuti da presidente e concentrarsi su quelli considerati privati. È una pillola amara per Smith, ma forse l'unico modo per avviare il processo prima delle prossime presidenziali. In ogni caso, il tempo stringe e sarà difficile arrivare a una conclusione in tempi brevi. In questa situazione, la responsabilità non ricade solo su una Corte con inclinazioni conservatrici, ma anche sul Dipartimento di Giustizia che è rimasto immobile per oltre due anni e su un procuratore che ha fatto una scelta che si è rivelata controproducente riguardo alla formulazione delle accuse.

Nelle ultime settimane il vantaggio di Trump su Biden nei sondaggi è sparito. I due sono pari, e le debolezze del candidato repubblicano sono evidenti, soprattutto all'interno del proprio partito, dove Nikki Haley, una sfidante che si è ritirata quasi due mesi fa, continua a raccogliere oltre il 15 per cento nei sondaggi delle primarie.

Anche Biden ha grossi problemi, a cominciare dalle contestazioni della base sulla politica di sostegno ad Israele, ma nel frattempo Trump riesce a fare ben poche attività di campagna elettorale, essendo costretto a stare in tribunale per il processo a New York.

Se il Tycoon venisse condannato per la questione Stormy Daniels, potrebbe perdere voti tra gli indipendenti e anche tra i repubblicani non-MAGA. Tuttavia, può sperare in una conclusione rapida del processo che gli lasci tempo di recuperare. Inoltre, riguardo all'accusa più grave, il tentativo di sovvertire le elezioni contro la Costituzione, la probabilità di evitare una condanna sembra sempre più alta. A sei mesi dal voto, le incertezze abbondano.

di Andrew Spannaus

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