23 Marzo 2024
Fonte: Imagoeconomica
Emmanuel Macron contro tutti, è questa la sintesi (almeno a parole) dopo la sua paventata ipotesi di mandare le truppe in Ucraina. Che vorrebbe dire, nell'ordine: 1) Francia in guerra 2) L'ingresso ufficiale della NATO sul terreno minato dello scontro, il che non equivale certamente a porgere un ramoscello d'ulivo a Putin. Per il momento, però, la folle idea del capo dell'Eliseo non ha fatto proseliti. Da Biden a Scholz passando per la premier italiana Giorgia Meloni, tutti d'accordo su un punto: non se ne parla proprio. La cosa non sembra interessare molto lo stesso Macron, il quale ha ribadito la sua posizione, ed il suo progetto, il quale ha confermato che in meno di un mese circo 20 mila soldati sarebbero pronti a partire per il fronte.
Quella di Macron si può definire una vera e propria giravolta, se infatti durante i primi mesi di conflitto ha cercato di mantenere una posizione quasi "neutra" cercando di non macchiare i rapporti con il presidente russo Vladimir Putin anche per non bruciare la possibilità di una soluzione diplomatica, da qualche tempo ha dismesso gli abiti di superpartes sposando in maniera ortodossa la linea Zelensky con tutte le sue continue e gravose richieste. Nicolas Tenzer, ricercatore presso il Centro di analisi politica europea ha dichiarato che "la strategia di Macron è molto sincera, il presidente ritiene che la posizione adottata dalla Germania, ma anche dagli Stati Uniti, non sia certamente sufficiente e quindi spetta alla Francia prendere l'iniziativa".
Dalle parti di Kiev serpeggia la convinzione che nel caso di invio di truppe da Parigi, non verrebbero mandate al fronte a combattere, piuttosto, è più ragionevole pensare che i contingenti vengano mandati in quelle zone di confine strategiche tra l'Europa e alcuni paese dell'ex Unione Sovietica, come la Bielorussia, e nella regione separatista filo-Mosca della Transnistria. Ai militari verrebbe assegnata la funzione di guardie di confine, secondo Stupak, ex funzionario dei servizi segreti ucraini. Così facendo Zekensky potrebbe liberare dalla sorveglianza dei confini un bel pò di uomini e destinarli in prima linea.
La teoria di Stupak si avvicina molto a quanto affermato dal ministro francese degli Esteri Stephane Sejourne secondo cui, l'eventuale invio di truppe inviate in Ucraina non sarà per combattere, ma bensì, per svolgere tutta una serie di attività per la popolazione come lo sminamento, la difesa informatica e la costruzione di armi sul posto. "I soldati francesi non hanno una vera e propria esperienza militare sul campo, in Ucraina potrebbero capire cosa significa trovarsi in delle vere trincee, con veri droni sopra le loro teste, veri campi minati. E allora perché no? Sarebbero utile sia per i francesi che per gli ucraini", ha dichiarato il ministro. Nonostante ciò non si può escludere a priori uno scontro co le forze russe. Infatti molte città fondamentali (tra cui Kherson, Odessa e Leopoli) si trovano vicine a questo confine con l'Europa e attacchi missilistici russi sono sempre da mettere in conto. Con il rischio, sempre da mettere in preventivo, di qualche perdita umana a causa di qualche scontro al fuoco. A quel punto a Macron non resterebbe che reagire. Anche per questa ragione, alla fine, il piano del presidente francese potrebbe saltare nell'attesa di avere l'appoggio di altri paesi europei, cosi da formare una missione umanitaria internazionale.
Dal Cremlino seguono gli sviluppi con un certo interesse misto a curiosità, ma per nulla allarmati come conferma il vice presidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev: "Sarebbe bello se gli irrequieti francesi mandassero un paio di reggimenti a Banderaland. È molto difficile nascondere un tale numero di militari e, quindi, il problema della loro distruzione sistematica non sarà il compito più difficile, ma sarà un compito estremamente importante. Ma quanto sarebbe vantaggioso! - prosegue Medvedev - Con così tante bare che verranno consegnate alla Francia da un paese straniero e lontano, sarà impossibile nascondere la morte di massa di personale militare professionista". Affermando che "la loro distruzione sarà compito prioritario e glorioso per le nostre Forze Armate", aggiungendo che "per i galli della leadership francese sarà come una ghigliottina: verranno fatti a pezzi da parenti arrabbiati e malvagi rappresentanti dell'opposizione, ai quali è stato detto che la Francia non è in guerra con la Russia. E sarà una bella lezione per gli altri idioti inquieti d'Europa".
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