21 Novembre 2023
Javier Milei, fonte: Reuters
L'Argentina si è svegliata!
Come si presumeva, Javier Milei ha vinto le elezioni, che passeranno alla storia come le più sporche e manipolate degli ultimi cinquant'anni. Questo è già, di per sé, un merito clamoroso.
Il peronismo, creato dal Generale Juan Domingo Perón all'inizio degli anni '40, è stato sconfitto. Questo movimento, di ispirazione fascista, ha condizionato duramente la politica argentina anche quando non governava, attraverso sindacati golpisti (tutti in mano al movimento) e gruppi di potere di matrice mafiosa.
Un Paese che, fino alla presa del potere alla fine del 1945, si presentava come uno dei più promettenti al mondo (noi italiani lo sappiamo bene) con una Scuola Pubblica di qualità invidiata da tutti i paesi circostanti, una ferrovia che fu la più grande nell’intero continente americano, una Sanità Pubblica di prim’ordine e uno sviluppo produttivo unico nella regione, ha progressivamente iniziato un declino che ha portato all’attuale situazione disastrosa che, perdurata nel tempo, ha raggiunto non solo l’intera economia, ma la stessa Cultura; alla sua Società.
Come ogni movimento con queste caratteristiche, la sua strategia si basava sull’uso della Demagogia e della Propaganda, sull’appropriazione indebita del denaro pubblico destinato al funzionamento delle istituzioni (Istruzione, Sanità, Giustizia, Sicurezza) per scopi clientelari. E quando i soldi finirono, come si è visto anche negli ultimi anni, lo inventavano; stampando banconote e innescando l’iperinflazione. Quello attuale – su base annua - è intorno al 140%.
L'ultimo governo peronista iniziò con un colpo di stato istituzionale contro il presidente Fernando De La Rúa nel 2001 ed era nelle mani dell'ala Montonera, un gruppo (Montoneros) che impugnò le armi contro la democrazia negli anni '70, dando vita all'ultima dittatura militare.
Questa corrente si chiamava Kirchnerismo (cognome del "matrimonio presidenziale": Nestor e Cristina Kirchner).
Questi 22 anni sono stati appena interrotti quando, tra il 2015 e il 2019, ha governato una coalizione chiamata Cambiemos, composta principalmente da peronisti ortodossi e del Partito Radical, duramente combattuta dal kirchnerismo fino alla fine del mandato.
Dal 2019 il peronismo è tornato al potere.
Si può dire che dal 2001 le elezioni in Argentina sono fraudolente, a causa dell'uso della Demagogia e della Propaganda che le invalidano, perché le condizionano.
In Argentina non esiste alcuna legislazione che lo vieti.
In questi ultimi due decenni, l’Argentina è stata immersa in un Mondo Virtuale, di “realismo magico latinoamericano”, costruito su storie fantasiose, slogan, “discorsi politicamente corretti” (l’arma neoliberista alla moda) e pratiche transculturali complesse e gigantesche.
Un mondo che discriminava i diversi che non entravano in quel Mondo Virtuale attraverso modalità più o meno subdolo.
In questo quadro di distruzione terminale, intorno al 2020, ha cominciato a formarsi un gruppo politico di ispirazione liberale (nel senso classico inglese) che rivendicava le idee che avevano dato origine all’Argentina (e ad altri nuovi paesi come l’Australia, gli Stati Uniti, il Canada o Nuova Zelanda) e che si riflettono nella sua stessa Costituzione, ossessivamente calpestata dal peronismo.
Questo gruppo è stato formato da un Economista di spicco: Javier Milei (1970), seguace delle idee della famiglia Benegas Lynch (nonno, padre e figlio) che hanno mantenuto vivo il pensiero liberale in Argentina.
Una personalità eccentrica, colta, riflessiva, rocker (cantante del gruppo Everest e fan di Led Zeppelin, Deep Purple e Jethro Tull), ex portiere di calcio del club Chacarita Juniors. Trasparente, sincero, politicamente scorretto e di grande talento divulgativo.
Nei suoi comizi sempre affollati ha offerto conferenze di professori su argomenti storici argentini e alla fine regalato al pubblico libri di vari autori (!).
I suoi discorsi erano didascalici nel tentativo di "educare il sovrano", come disse il grande maestro e creatore dell'istruzione pubblica argentina: Domingo F. Sarmiento.
La sua proposta è diventata presto una vera e propria ondata contro l'autoritarismo peronista, all’inizio furono i giovani a seguirlo per l'uso deliberato delle forme rocker, la sua passione. Poi, anche gli anziani hanno cominciato a capirlo e a partecipare.
Persone di diverse classi sociali si sono offerte volontarie per collaborare alla sua campagna elettorale, diffondendo le idee dalle loro professioni o mestieri, ottenendo così campagna quasi senza soldi, senza "agenzie di immagine"; nessun marketing politico.
Un vero movimento sociale che farà la storia dell'Argentina.
Si sapeva che avrebbe vinto.
La gente vuole ritornare alla grande Argentina, alla sua Scuola Pubblica di qualità che ha reso possibili i suoi 5 Premi Nobel e al suo sviluppo intellettuale, industriale e sociale; alla cultura del lavoro come mezzo di realizzazione personale.
Un’Argentina senza odio verso chi la pensa diversamente.
Milei è stato vittima di una brutale macchinazione peronista basata sulla diffamazione e la calunnia: in assenza di argomenti è stato addirittura accusato di avere rapporti sessuali con sua sorella o di parlare con i suoi cani defunti tramite una medium!!!
Si è detto che sia di "estrema destra", si è persino arrivati a paragonarlo a Hitler (il contrario delle sue idee libertarie!).
Si è detto che sia pazzo (bisogna proprio essere pazzo per affrontare il movimento peronista con un coraggio degno di ogni invidia...!).
Il governo ha utilizzato il denaro pubblico per portare avanti la più grande campagna demagogica che si ricordi, regalando dagli elettrodomestici e sussidi alle persone che aveva precedentemente impoverito, fino ai prestiti bancari senza interessi (in un paese con un’inflazione al 140%!).
Campagne immorali ed eventi pseudo-artistici egemonici concentrati si sono svolti settimane prima delle elezioni per terrorizzare gli elettori in previsione di una "catastrofe" nel caso di elezione di Milei.
Si è fatto ricorso ai servizi della più grande azienda della Silicon Valley per manipolare le volontà attraverso i social network o facendo mostrare per prime nel suo motore di ricerca tutte quelle pagine create ad hoc per diffamare la sua figura.
Ci sono stati brogli e tentativi di brogli, con schede elettorali alterate.
Sono stati diffusi video falsi e/o manipolati per creare un'immagine negativa di Milei.
Anche il mainstream si è unito alla campagna contro di lui, sapendo che avrebbero perso i soldi che ricevono dal potere per la Propaganda.
La realtà è stata più potente.
Milei si è confrontato con il Mondo Virtuale creato dal peronismo e che gli altri partiti hanno accettato, rispettando le loro condizioni di gioco e la loro rete di subdolo potere mafioso.
Milei ha fatto leva sul Mondo Reale, smascherando le strategie di quel potere.
E quel Mondo Virtuale è esploso in mille pezzi davanti alla Realtà.
Un'immagine mai vista del peronismo: una caduta patetica e disperata, un tentativo di aggrapparsi con le unghie e con i denti a un mondo che stava scomparendo.
Ignoranza contro Ragione.
In questo quadro, la vittoria di Javier Milei, da solo, senza marketing politico, mostrandosi così com’è, è più di una vittoria elettorale; è l'epopea epica di un personaggio assolutamente formidabile.
È la rivoluzione di una generazione, della generazione della "movida degli anni '80" (movimento giovanile culturale argentino emerso dopo l'ultima dittatura militare), stufa del perverso ciarlatanismo peronista. Stufa di ascoltare i propri nonni e genitori (e ora sé stessa) soffrire a causa dell’autoritarismo che le ruba il futuro, ha deciso di fare ciò che le generazioni precedenti non volevano o non sapevano fare.
di Marcello Marcolini
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