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Onu: “A Gaza ucciso un bambino ogni 10 minuti”, Ministero Sanità: “Su 9.500 morti, 3.900 sono bambini, 2.400 donne”. Agenzie umanitarie: “Cessate il fuoco immediato”

"Le donne ed i bambini palestinesi sono coloro che subiscono maggiormente il peso del conflitto a Gaza", avvertono le Nazioni Unite, secondo cui a Gaza ogni 10 minuti muore un bimbo

06 Novembre 2023

Onu: “A Gaza ucciso un bambino ogni 10 minuti”, Ministero Sanità: “Su 9.500 morti, 3.900 sono bambini, 2.400 donne”. Agenzie umanitarie: “Cessate il fuoco immediato”

Fonte: flickr

Secondo l’Onu, ogni 10 minuti viene ucciso un bambino nella Striscia di Gaza nelle piogge di missili dell'Idf. L'operazione di terra e i raid aerei di Israele non accennano comunque a fermarsi. Bombardamenti, crolli delle forniture di acqua ed elettricità, limitazioni dell’accesso pubblico a cibo e medicinali stanno mettendo a dura prova i servizi sanitari palestinesi soprattutto per madri, neonati e bambini. L’Onu stima che a Gaza ci siano 50.000 donne incinte, con più di 180 parti al giorno. Il 15% di loro rischia di avere complicazioni legate alla gravidanza o al parto del loro bambino, necessitando dunque di urgenti cure mediche.

Onu: “A Gaza un bambino ucciso ogni 10 minuti”

Le principali agenzie umanitarie delle Nazioni Unite ed i maggiori enti di beneficenza internazionali stanno richiedendo disperatamente un immediato "cessate il fuoco umanitario" per dare respiro alla popolazione civile palestinese. Lo si può leggere in una dichiarazione congiunta firmata, tra gli altri, dai vertici dell'Ocha, dell'Unicef, del World Food Program, dell'Oms, di Save the Children e di Care International. Nella nota, la situazione umanitaria di Gaza e le violenze perpetrate nel deserto del Negev vengono più volte definite "orribili" e "inaccettabili". 

"Da quasi un mese il mondo osserva l'evolversi imperterrito della situazione in Israele e nei Territori palestinesi occupati – tuona il comunicato - con estremo shock e orrore per il numero vertiginoso di vite perse e dilaniate. Secondo le autorità ebraiche, in Israele sono state uccise circa 1.400 persone e migliaia sono rimaste ferite. Più di 200 persone, compresi bambini, sono state inoltre prese in ostaggio. I razzi continuano a traumatizzare le famiglie. Decine di migliaia di persone sono state sfollate. Questo è orribile".

"Tuttavia, l'orribile uccisione di un numero ancora maggiore di civili a Gaza – prosegue il comunicato scritto a più mani dalle principali agenzie umanitarie mondiali- è un oltraggio, così come lo è l'esclusione di 2,2 milioni di palestinesi da cibo, acqua, medicine, elettricità e carburante. A Gaza, secondo il Ministero della Sanità locale, sono state uccise quasi 9.500 persone, tra cui 3.900 bambini e oltre 2.400 donne. Più di 23.000 feriti necessitano di cure immediate negli ospedali sovraccarichi. Un'intera popolazione è assediata e sotto attacco, privata dell'accesso ai beni essenziali per la sopravvivenza, bombardata nelle proprie case, rifugi, ospedali e luoghi di culto. Questo è inaccettabile".

A Gaza, in media, viene ucciso un bambino ogni 10 minuti e 2 vengono feriti”. Così ha denunciato su X l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, citando l’Unrwa per illustrare la portata degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza e per stimolare gli attori internazionali alla ricerca di un immediato negoziato. Nonostante i numerosi tentativi, però, una mediazione nel conflitto appare ancora flebile e troppo lontana.

Una mediazione che appare ancora lontana 

In queste ore, il Segretario di Stato americano Antony Blinken si è recato in Turchia, dove ha incontrato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. Secondo quanto riportano i media turchi, la situazione a Gaza e la necessità di un negoziato sono stati i principali temi discusso durante l'incontro. Durante la visita istituzionale, però, il Segretario di Stato Usa non ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e dopo il colloquio con il ministro degli Esteri non c'è stata una conferenza stampa congiunta.

Intanto, la marina statunitense ha aumentato la propria presenza nel Mar Mediterraneo orientale per scongiurare un possibile allargamento del conflitto.

Il netto superamento del principio della proporzionalità della risposta israeliana ed il secco rifiuto alle richieste di consegna degli ostaggi pronunciato da Hamas, allontanano sempre di più la possibilità di una tregua immediata. Tutto ciò, a detrimento della popolazione civile della Striscia.

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