28 Giugno 2023
Fonte: Facebook @Fabio Milito Pagliaro
Decisione storica in Svezia, destinata inevitabilmente a far discutere e creare polemiche: la polizia del Paese scandinavo, sotto mandato di un tribunale, ha infatti concesso ufficialmente un permesso speciale per bruciare un Corano fuori da una moschea di Stoccolma, in una manifestazione di protesta, proprio durante lo svolgimento della celebre festa musulmana di Eid al-Adha, che durerà per cinque giorni (è iniziata nella giornata di ieri e terminerà il primo luglio).
Protagonista del gesto è un cittadino svedese di origine irachena, Salwan Momika di 37 anni, un rifugiato politico, che ha deciso di compiere tale iniziativa perché a suo dire il Corano “è un libro pericoloso per la società svedese, ma anche per tutta la società occidentale e i suoi valori democratici”.
Tuttavia la polizia inizialmente aveva negato a Momika il permesso, per motivi di sicurezza e ordine pubblico, con il forte rischio di possibili ritorsioni di matrice terroristica. Ciononostante, a seguito di un ricorso presentato dallo stesso 37enne, un tribunale ha annullato la decisione dei tutori della legge, sostenendo che le motivazioni per impedire l’evento non avessero una natura di rischio così elevata.
Alla manifestazione con annesso rogo del libro sacro saranno presenti più di un centinaio di agenti, per evitare probabili disordini e tafferugli conseguenti al gesto.
La Svezia non è pero nuova a simili episodi di intolleranza religiosa. A gennaio, stavolta davanti all’ambasciata turca di Stoccolma, un estremista di destra, Rasmus Paludan, aveva bruciato il libro per motivi di natura xenofoba, e anche in quel caso la sua “iniziativa” era stata autorizzata da un tribunale.
Quel gesto aveva inoltre provocato una grave crisi diplomatica con la Turchia, le cui relazioni erano già aggravate dalla questione dei rifugiati curdi nel Paese, con il presidente Erdogan che ha più volte impedito alla Svezia l’ingresso nella NATO mettendo ogni volta un veto nelle votazioni, visto che il paese scandinavo non considera i curdi membri del PKK (il Partito dei Lavoratori del Kurdistan) come dei terroristi, ma dei semplici richiedenti asilo, a differenza degli altri Paesi membri dell’Alleanza Atlantica.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia