13 Maggio 2023
Von der Leyen e Zelensky, fonte: imagoeconomica
Siamo all'undicesimo pacchetto di sanzioni della UE contro la Russia. Se le sanzioni funzionassero, la Russia dovrebbe ora essere in ginocchio, esangue e senza più forze. Come peraltro ci garantivano sarebbe dovuto accadere nel giro di due o tre mesi (ricordate le parole di Letta?). E la UE, per parte sua, dovrebbe essere pronta a festeggiare baldanzosa e ringalluzzita la vittoria sul temuto nemico. E invece le cose stanno ben diversamente. Direi in maniera opposta. La UE è stremata, in fase di regresso, con i suoi cittadini che versano in condizioni sempre peggiori: perché i "sacrifici" della guerra e delle sanzioni ricadono ovviamente sui cittadini, non certo su chi ai piani alti si ostina - senza tenere conto della volontà dei cittadini - a seguire le folli ragioni della guerra e delle sanzioni. La Russia, per parte sua, all'undicesimo pacchetto di sanzioni subite, sembra fresca come una rosa, se addirittura il "Corriere della sera" si perita di spiegare che quest'anno essa è destinata a crescere più della Germania e dell'Inghilterra. Insomma, come volevasi dimostrare. Le sanzioni che la UE si ostina stoltamente a fare contro la Russia sono come un boomerang, che torna a tutta velocità sulla testa di chi l'ha scagliato. Il primo caso della storia umana di sanzioni che danneggiano il sanzionante e non il sanzionato! E, non di meno, la UE persiste in questa politica folle. E perché lo fa? Perché a comandarlo è Washington, di cui la UE è una colonia.
Di Diego Fusaro.
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