16 Marzo 2023
Fonte: Gettyimages
2,5 tonnellate di materiale nucleare sono sparite da un sito in Libia. Lo comunica l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) a Afp News Agency.
In un comunicato inoltrato agli Stati membri, il direttore generale di Aiea, Rafael Grossi, ha fornito pochi ma essenziali dettagli sulla sparizione del materiale nucleare. Gli ispettori incaricati di monitorare la situazione del sito libico, a detta di Grossi, hanno infatti appurato che "10 container con circa 2,5 tonnellate di uranio naturale sotto forma di concentrato di uranio (yellowcake) non erano più dove le autorità avevano dichiarato che fossero". In gergo, il nickname "yellowcake" (torta gialla) indica il prodotto finale dei processi di concentrazione e purificazione dei minerali estratti che contengono l'uranio. In particolare, si tratta di una miscela di ossidi di uranio, presente in una percentuale pari al 60/70%.
L'Aiea ha disposto verifiche "aggiuntive" allo scopo di "chiarire le circostanze della scomparsa del materiale nucleare e la sua localizzazione attuale". Colpisce, nella fattispecie, che la Libia abbia abbandonato da tempo il programma nazionale di sviluppo di armi nucleari, interrotto ancora nel 2003 sotto il regime di Muammar Gheddafi. Dal 2011, poi, il Paese è in preda a lotte intestine e guerre civili ininterrotte, che oppongono due diversi governi presenti sul territorio: uno a Tripoli, riconosciuto dall'Onu, e uno basato in Cirenaica e guidato dal generale Khalifa Haftar.
Il 10 marzo 2021, però, il Forum di dialogo politico libico ha nominato Primo Ministro ad interim l'imprenditore Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh, insediatosi a Tripoli il successivo 15 marzo nelle vesti di leader di un governo di unità nazionale. Dbeibeh, infatti, ha formalmente riunificato il Paese sostituendosi ai due governi rivali, quello di Fayez Al Serraj e quello fedele al maresciallo Khalifa Haftar, che fino a quel momento si contendevano la supremazia sul territorio. Nonostante l'amministrazione ad interim dovesse protrarsi fino al 24 dicembre 2021, le elezioni del nuovo esecutivo sono state rinviate e Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh risulta tuttora in carica.
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