05 Gennaio 2023
Fonte: Imago
Anche l'Ue si uniforma, in parte, al resto dei Paesi e annuncia la raccomandazione sui test Covid per chi parte dalla Cina. Lo scoppio dei casi nel gigante asiatico dovuto al fallimento della strategia "zero Covid" ha portato già diverse nazioni ad imporre l'obbligo di test negativo per chi arriva dalla Cina. La prima è stata l'Italia, poi sono seguite le altre. Una decisione che però spacca l'Ue visto non c'è un obbligo vero e proprio ma solo la "forte raccomandazione" a tutti i 27 di introdurre l'obbligo di test pre-partenza da Pechino. Tradotto: chi non vuole adottare ulteriori restrizioni, può farlo.
Gli Stati Ue sono "fortemente incoraggiati a introdurre per tutti i passeggeri in partenza dalla Cina agli Stati membri il requisito di un test covid-19 effettuato non oltre le 48 ore prima dalla partenza dalla Cina". Non solo. "I Paesi membri – secondo quanto comunicato dalla Presidenza svedese di turno dell'Ue – hanno concordato di raccomandare a tutti i passeggeri in viaggio da e per la Cina di portare mascherine Ffp2".
La richiesta di un tampone negativo entro le 48 precedenti al decollo era tra le misure più discusse tra quelle comprese nel piano riassunto mercoledì su Twitter dalla commissaria alla Salute Stella Kyriakides, e che ieri è stato approvato. Ma non tutti, secondo un portavoce erano pronti ad accettare i controlli. Sarebbero stati i test all'imbarco ad aver fatto propendere per la raccomandazione piuttosto che per l'obbligo. L'Austria è uno dei Paesi che si è detta contraria ad ulteriori restrizioni. Obiettivo: proteggere l'economia nazionale dato che si "preannuncia il ritorno del più importante mercato asiatico per le prossime stagioni turistiche".
Nella giornata in cui l'Ue era chiamata a decidere, era proseguito lo scontro con Pechino sui test da chi arriva dalla Cina. "Prendiamo le misure che riteniamo giustificate in linea con l'evoluzione della situazione in Cina. Si basano sulle discussioni tra i nostri esperti e scienziati, ma ora sono soggette a una decisione che dovrà essere discussa dagli Stati membri" aveva detto la portavoce della Commissione Ue Dana Spinant nel corso del briefing quotidiano con la stampa.
Da Pechino nei giorni scorsi era arrivata la minaccia di possibili "contromisure" da adottare in risposta a quanto accade nel resto dei Paesi. "Alcuni Paesi hanno messo in atto restrizioni all’ingresso rivolte esclusivamente ai viaggiatori cinesi. Questo provvedimento non ha basi scientifiche" aveva aggiunto la portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning.
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