Giorgia Meloni conferma a Zelensky l'intenzione di andare a Kiev e Putin si rifà il look con i giornalisti occidentali

Giorgia Meloni conferma a Zelensky l'intenzione di andare a Kiev e la Russia prepara un press tour nei territori occupati. Ma andiamo con ordine. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Il cordiale colloquio, spiega una nota di Palazzo Chigi, ha fatto seguito alla conversazione telefonica che Meloni e Zelensky avevano avuto il 28 ottobre. Meloni ha rinnovato il pieno sostegno del Governo italiano a Kiev in ambito politico, militare, economico e umanitario, nel ripristino delle infrastrutture energetiche e nella futura ricostruzione dell’Ucraina.

Insomma, l'Italia di Giorgia Meloni punta a mettersi al centro dei futuri colloqui di pace che potrebbero portare, si spera, alla fine del conflitto con l'inizio del nuovo anno. In ballo ci sono anche i soldi della ricostruzione. Appalti che fanno gola alla aziende italiane. In questo contesto va ricordato il piano in 10 punti che starebbe preparando proprio Zelensky e di cui avrebbe già discusso con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il piano dovrebbe essere presentato nei primi mesi del 2023.

Nel frattempo la Russia non se ne sta con le mani in mano e cerca di "convincere" a modo suo l'opinione pubblica occidentale. A quanto siamo in grado di rivelare è atteso per le prime settimane del 2023 un press tour organizzato dal Cremlino a favore della stampa occidentale nei territori occupati. Il tour partirà da Mosca e da Sochi. Da Sochi con il treno si arriverà nella regione di Rostov per poi approdare a Lugansk. Sarà possibile incontrare funzionari e rappresentati della polizia popolare, visitare città distrutte (ad esempio Tashkovka) incontrare persino soldati Ucraini catturati. Ma il Cremlino farà anche visitare i lavori di ricostruzione a Severodonetsk e verificare la cooperazione tra le diverse regioni russe nel processo di ricostruzione e recupero a Doneck, Lugansk e Mariupol. Insomma, Valdimir Putin è deciso a rifarsi il look.