20 Dicembre 2022
fonte: web
La confessione, nella tarda serata di ieri di Eva Kaili fa cadere il sipario. L'ex vicepresidente dell'Europarlamento confessa di aver saputo del giro di Panzeri e anche che a casa sua ci fossero dei soldi. Una mezza confessione che almeno fa cadere la maschera relativa al fatto che non sapesse della provenienza del denaro, ritrovato in casa sua e per cui avrebbe chiesto al padre di portarlo via. Il padre della Kaili, è stato poi ritrovato in una stanza d'albergo con un trolley pieno di soldi: 600 mila euro secondo quanto emerge dall'inchiesta anche se, gli elementi dell'inchiesta Qatargate, faticano ad uscire perché, ufficialmente, la procura europea non rilascia dichiarazioni. Ma l'ex vicepresidente dell'europarlamento ha confessato dinanzi al supermagistrato Michel Claise, colui che ha scoperchiato il Qatargate, ha ammesso di sapere del giro di mazzette che girava attorno a suo marito, Francesco Giorgi, e all'ex europarlamentare Antonio Panzeri. Sia Giorgi che la Kaili potrebbero però beneficiare degli arresti domiciliari e non del carcere in quanto entrambi genitori di una bambina di 2 anni.
"È vero - ha messo a verbale - Conoscevo le attività di Mr. Panzeri. E sapevo che a casa mia c'erano delle valigie piene di soldi". D'altronde, non poteva probabilmente fare altro visto che, quando la polizia belga ha bussato a casa sua è stata lei a chiamare suo padre e a dargli istruzione di nascondere i soldi. Lo hanno beccato al Sofitel, uno degli alberghi più belli della città, con il trolley pieno di denaro. Di più: la Kaili, in seguito all'arresto del marito, ha "ha tentato di avvertire Panzeri e due eurodeputati della presente inchiesta", scrivono negli atti gli investigatori belgi, spiegando così il perché sia stato deciso l'arresto della donna che in un primo momento non era previsto. La flagranza di reato (l'aver trovato le banconote a casa) e l'aver provato a inquinare le prove (la fuga del padre e l'aver avvisato tre persone dell'inchiesta) hanno convinto i belgi ad arrestarla.
Alla Kaili viene inoltre contestato "di essere intervenuta a difesa degli interessi del Qatar, avendo incontrato il ministro del Lavoro" del governo di Doha, proprio su indicazione di Panzeri. Panzeri che le "avrebbe impartito ordini", secondo l'accusa, "per il tramite del marito". "Eva non deve parlare con l'olandese!", diceva per esempio Panzeri a Giorgi, "dille di smettere".
Da qui la decisione dei giudici di arrestarla, visti i comportamenti, scrivono, "che hanno causato un grave pregiudizio alla sicurezza": il sistema di corruzione messo in piedi da Panzeri e Giorgi "rappresenterebbe un certo danno per l'equilibrio della democrazia".
Il suo avvocato Michalis Dimitrakopoulos sostiene però che la misura cautelare sia eccessiva. Tanto che nelle prossime ore il giudice si dovrà esprimere almeno sugli arresti domiciliari, visto che Kaili e Giorgi hanno un bambino di meno di due anni che in questa settimana è rimasto a casa con la nonna. "Il denaro che è stato trovato a casa non le apparteneva, era di suo marito" ha detto il legale, facendo notare anche la collaborazione della donna. Tra le altre cose la Kaili ha anche parlato di come col marito stessero acquistando un appartamento e che lui partecipava "non ufficialmente" al rimborso del prestito, a conferma del fatto di essere a conoscenza di entrate "straordinarie".
Gli inquirenti sono però convinti che dietro le confessioni della donna ci sia molto di più: magari un lucido disegno del Qatar di investire scientemente sulla Kaili: "Per sostenere gli interessi del Marocco e del Qatar - dicono - Panzeri e Giorgi hanno influenzato le nomine dei membri delle commissioni e anche quella del vicepresidente". È per questo che Panzeri avrebbe avuto rapporti all'interno del gruppo socialista: l'obiettivo era quello di lavorare sui deputati spagnoli vicini alla vice presidente Iratxe Garcia, gli stessi che poi hanno portato all'elezione di Kaili.
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