16 Dicembre 2022
Twitter: francypar71
L'"italian job" come lo chiamano ormai i media occidentali si allarga. Lo scandalo Qatargate oltre ai già arcinoti nomi di Andrea Panzeri e Francesco Giorgi vedrebbe coinvolto anche l'eurodeputato del Partito democratico Andrea Cozzolino, che formerebbe un gruppo con una "motivazione prioritaria: il lavoro con il Marocco e il Qatar in cambio di denaro. Il gruppo riceveva pagamenti per le sue attività. E nel 2019 aveva concluso un accordo per effettuare ingerenze a favore del Marocco in cambio di denaro", secondo la procura belga.
È la seconda fase dell'inchiesta sul Qatargate, che vede oggi Panzeri, Giorgi ed Eva Kaili in carcere. Quest'ultima però ha un'udienza fissata per il 22 dicembre. E adesso si scopre che sul giro di denaro usato per corrompere gli eurodeputati in modo che parlino bene del Qatar, farebbe parte un terzo uomo: Cozzolino, appunto. Il suo nome sarebbe stato fatto anche dal compagno di Eva Kaili, Francesco Giorgi, durante l'interrogatorio di quest'ultimo, definito un "fiume in piena".
Cozzolino al momento non è indagato e prende le distanze: "Sono profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle istituzioni europee. Personalmente sono del tutto estraneo alle indagini: non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede".
La procura belga da giorni scandaglia ogni mezzo per arrivare ad eventuali accuse a carico di Cozzolino per poi chiedere al Parlamento di procedere nei suoi confronti.
Ma ad incriminare Cozzolino ci ha pensato lui stesso, oltre Giorgi. L'europarlamentare di S&D lo scorso 24 novembre durante una risoluzione sui diritti umani relativi ai Mondiali in Qatar, invitava a riconsiderare la posizione sul Paese del Golfo. All'epoca Cozzolino dichiarò "che sarebbe sbagliato da parte del Parlamento UE accusare un Paese senza avere prove delle autorità giudiziarie competenti".
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