07 Dicembre 2022
Il presidente russo Vladimir Putin ha ammesso che la minaccia di una guerra nucleare è "in aumento" e che l'operazione militare speciale in Ucraina "può diventare un processo a lungo termine". Lo ha dichiarato intervenendo in video collegamento a un incontro del Consiglio per i diritti umani, secondo quanto riportano i media russi. Il leader del Cremlino ha inoltre affermato che Mosca si concentra "sui mezzi pacifici ma se non resta altro è pronta a difendersi con tutti i mezzi a disposizione".
Un nuovo intervento di Vladimir Putin, sulla guerra in Ucraina che ha il compito di aggiornare sullo stato delle cose. Il presidente russo ha spiegato: "Per quanto riguarda i risultati dell'operazione militare russa in Ucraina, potrebbe essere un processo lungo ma sono comparsi nuovi territori: questo è un risultato così significativo per la Russia. Il mare di Azov è diventato un mare interno della Federazione Russa, queste sono cose serie".
E poi: "Non ha senso parlare di una nuova mobilitazione militare in Russia. Dei 300.000 mobilitati, 150.000 sono stati schierati nella zona dell'operazione militare in Ucraina, e di questi 77.000 si trovano nelle unità di combattimento". "In Polonia ci sono elementi nazionalisti che sognano di riprendere i territori ex polacchi oggi parte dell'Ucraina occidentale ha aggiunto il presidente russo che ha poi attaccato le Ong".
"Alcune organizzazioni per i diritti umani occidentali - ha detto - sono state create come strumento di influenza sulla politica interna della Russia e soprattutto di altri Paesi dell'ex Unione Sovietica". Un attacco mirato alle Organizzazioni che considerano la Russia un Paese di seconda classe che non avrebbe alcun diritto di esistere. "La dottrina internazionale dei diritti umani è utilizzata per giustificare il dominio dell'Occidente", rincara Putin. Che ricorda come queste siano tante ma che "sono state create principalmente per questi scopi".
"E per sembrare neutrali, di tanto in tanto hanno menzionato casualmente le questioni relative ai diritti umani nei loro Paesi, ma è un'eccezione. Erano principalmente impegnati a lavorare professionalmente sulla pista russa e post-sovietica".
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