28 Novembre 2022
Papa Francesco ha una strana idea di mediazione. “La posizione della Santa Sede è cercare la pace e cercare una comprensione: la diplomazia della Santa Sede si sta muovendo in questa direzione e, ovviamente, è sempre disposta a mediare”. Poi, però, attacca frontalmente la Russia, “lo Stato invasore”. Così, se prima il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva dichiarato di aver apprezzato “l’iniziativa” del Pontefice, il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha replicato al Papa accusandolo di “perversione della realtà”.
“Quando parlo dell’Ucraina, parlo di un popolo martirizzato”, ha detto Francesco ad America, la rivista dei gesuiti. “Se hai un popolo martirizzato, hai qualcuno che lo martirizza. Quando parlo dell’Ucraina, parlo della crudeltà, perché ho molte informazioni sulla crudeltà delle truppe che entrano. In genere, i più crudeli sono forse quelli che sono della Russia, ma non sono della tradizione russa, come i ceceni, i Buriati e così via. Certamente, chi invade è lo Stato Russo. Questo è molto chiaro. A volte cerco di non specificare per non offendere e piuttosto di condannare in generale, anche se è risaputo chi sto condannando. Non è necessario che metta nome e cognome”.
La replica di Zakharova non si è fatta attendere. “Le dichiarazioni di Papa Francesco su ceceni e buriati dimostrano non solo russofobia, ma anche un’oltraggiosa perversione della verità”, ha risposto la portavoce del ministero degli Esteri ricordando le parole di Francesco in cui i ceceni e i buriati sono stati descritti come”"la parte più crudele delle truppe russe in Ucraina”. "Questa non è più russofobia, questa è una perversione, non so nemmeno a che livello”, ha ribadito Zakharova. “Negli anni Novanta e nei primi anni 2000 ci è stato detto esattamente il contrario, che i russi, gli slavi, stavano torturando i popoli del Caucaso. Ora ci viene detto che sono i popoli del Caucaso che stanno torturando i russi. Devono essere pervertiti della verità”.
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