08 Novembre 2022
Siamo arrivati al punto della "reverse discrimination": essere bianchi è diventato un malus nel mercato del lavoro. Gli sconvolgenti risultati dell'indagine da Resume Builder e Pollfish dimostrano che la cultura del politicamente corretto ormai ha attecchito profondamente nel mercato del lavoro. L'indagine riguarda il tema della diversità razziale nelle assunzioni, e porta dati incredibili: il 16% dei manager responsabili delle assunzioni ha ricevuto ordini precisi al fine di evitare di assumere altri "maschi bianchi"; più della metà, il 53%, ha affermato di percepire una forma di "discriminazione al contrario" nella loro azienda. Ma ci sono altri numeri, ancora più inquietanti.
Se dunque un manager su sei non può più assumere maschi bianchi, ciò non vuol dire che le donne siano al sicuro. IL 14% dei manager afferma infatti di avere anche ricevuto pressioni al fine limitare l'assunzione di donne bianche, a favore di una selezione sempre più multietnica.
Il 52% degli intervistati ha affermato che si sentirebbe "in pericolo di licenziamento" se non assumessero abbastanza persone diverse (ergo, non-bianchi, femmine o queer). Nello specifico, il 20% ha affermato di ricevere "molta pressione" a riguardo, mentre il 39% ha ricevuto "un po' di pressione": in totale, 3 candidati su 5 si sentono condizionati in questo senso. Più di metà dei candidati affermano di avere ricevuto questo genere di pressione dai "piani alti" della loro azienda, ma anche dal proprio capo.
Inoltre, la maggior parte dei candidati ha affermato che queste politiche (in inglese definite "DEI", ossia diversity, equity, inclusion) fossero state imposte per questioni di immagine e non con un autentico fine sociale.
L'indagine è stata commissionata dal sito di statistica ResumeBuilder.com, e realizzata sulla piattaforma di sondaggi Pollfish. Sono stati scrutinati 1000 manager americani, sottoposti anche a particolari test con filtri demografici per verificare che amministrassero almeno il 25% delle assunzioni sul loro posto di lavoro.
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