13 Settembre 2022
Facebook: Henri Rusila
Chi è Oleksandr Syrskyi. Prima della devastante controffensiva di Kharkiv che ha messo in ginocchio l'esercito russo nel nord dell'Ucraina, pochissimi conoscevano il nome del colonnello generale Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze terrestri dell'esercito di Kiev. Questo finché un tweet di Eerik-Niiles Kross, politico ed ex-militare estone, non ha rivelato la paternità dell'operazione: un uomo dallo sguardo severo e serio, con gli occhi di ghiaccio. Esploriamo il suo retroscena e ricostruiamo la genesi dell'operazione che riportato gli ucraini a Izium.
Il background di Syrskyi è nebuloso e difficile da ricostruire. Si trovano informazioni e notizie solo in riferimento a operazioni militari: dunque, un uomo che vive per la guerra, e con una elevata esperienza sul campo. Compare per la prima volta come comandante della 72a Brigata meccanizzata nel ruolo maggiore generale. In questa posizione, presiede alla riforma dell'esercito ucraino secondo gli standard NATO, collaborando con militari dei vari eserciti dell'Alleanza Atlantica. Lo scopo? Trasformare il relitto sovietico che era l'esercito ucraino in una forza di combattimento agile, capace di guerriglia e operazioni precise. La trasformazione tuttavia non fu compiuta in tempo, perché, come sappiamo, nel 2014 l'esercito russo inflisse una sconfitta catastrofica a quello ucraino. Ma fu proprio nei fuochi del Donbass che Syrskyi diede inizio alla sua carriera.
Nel 2015, dopo il fallimento dei primi accordi di Minsk, partecipò così alla terribile battaglia di Debaltseve, in cui la città, circondata da tutti i lati da territori separatisti, fu presa d'assedio. Guidò la strenua difesa del villaggio di Vuhlehirsk, e un contrattacco (fallito) di strappare ai separatisti la località di Logvinov. Un fallimento che gli fu perdonato, perché riuscì a fare ritirare le truppe ucraine insaccate senza troppe perdite coordinando l'evacuazione, e facendo saltare tutti i ponti sul fiume Karapulka, impedendo così al nemico di avanzare. Grazie a Syrskyi, la sconfitta fu meno grave di quanto avrebbe potuto essere, e fu promosso a generale colonnello. Questa carica è nel frattempo divenuta obsoleta, e Syrskyi è l'ultimo militar ucraino a portarla.
Venne così insignito dell'Ordine di Bohdan Khmelnytsky III, tra le massime onorificenze ucraine, e messo a capo delle "operazioni antiterrorismo", ossia quelle contro i separatisti. Da lì continuo a dirigere le operazioni in Donbass, e proseguì la sua fulminea carriera: nel 2019 divenne comandante delle forze di terra dell'esercito ucraino. Un ruolo importantissimo, da cui probabilmente continuò a dirigere, mettendo a frutto le esperienze del 2013, per modernizzare l'esercito ucraino in conformità alla dottrina NATO. Durante l'invasione russa di aprile, Syrskyi partecipò alla battaglia di Kiev, mettendo a frutto la propria esperienza, maturata nel Donbass, nel combattimento urbano.
Ora è una celebrità: ciò è dovuto al suo ruolo nel pianificare la recente controffensiva ucraina, che rimescolato le carte sul tavolo della guerra. Il piano di Syrskyi ha preso vita notando come le forze russe nel nord fossero divenute molto sottili; molti soldati erano infatti stati riposizionati a Kherson, in preparazione della annunciata controffensiva ucraina (secondo alcuni, una finta ideata ancora da Syrskyi), o nel Donbass, in cui i russi continuano ad attaccare.
Il piano prevedeva, una volta sfondato il fronte, di accerchiare di Balaklija, per poi puntare all'importante snodo logistico di Kupiansk. La presa di questo avrebbe lasciato completamente isolata la città di Izium, nota per la sua posizione estremamente strategica. Una strategia ambiziosissima, che fu inizialmente rifiutata dai vertici di Kiev: pare tuttavia che Syrskyi abbia insistito, mettendo evidentemente in gioco la sua reputazione di veterano. L'azzardo ha pagato: Kiev ha fornito le quattro divisioni necessarie, e il piano è stato eseguito da manuale, travolgendo il fronte russo e causando una rotta disordinata dei soldati di Mosca, che hanno abbandonato tonnellate di munizioni ed equipaggiamento. Nei giorni seguenti alla riconquista di Izium, le forze di Kiev hanno ripulito l'intero settore di Kharkiv, e il fianco dell'avanzata russa in Donbass è scoperto e vulnerabile a incursioni ucraine. Il colpo di immagine per Mosca è stato durissimo, e a Syrskyi spetta il merito di avere regalato all'Ucraina il suo primo autentico successo tattico significativo dalla vittoria nell'assedio di Kiev. Una vittoria, dunque, che rischia di scombinare completamente i piani bellici del Cremlino, ed è attribuibile, a quanto pare, all'audacia di un solo uomo.
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