07 Settembre 2022
Una settimana difficilissima per le forze armate russe in Ucraina, che hanno visto non solo gravi insuccessi nella recente controffensiva ucraina nella regione di Kherson, ma anche un nuovo contrattacco a Nord, sull'estremo opposto del (lunghissimo) fronte. Lo scopo dell'offensiva, che sembra avere colto completamente di sorpresa le truppe russe, è quello di circondare Izium, città dalla posizione strategica e perno della offensiva russa in Donbass.
L'offensiva, freschissima, è partita il 6 settembre. Benché gli ucraini stessero ammassando riserve nell'area da più di un mese, pare che le forze russe non abbiano sospettato alcun attacco. Le forze ucraine hanno aperto le danze con uno sbarramento di fuoco scatenato dai lanciarazzi HIMARS, ormai insostituibili in tutte le operazioni condotte dai soldati di Kiev: la pioggia di razzi ha investito le località di Volokhivlar, Yakovenkove e Verbivka. L'attacco, condotto dalla Terza Brigata di Carri ucraina, ha facilmente liberato quest'ultima località, per poi fare un giro ad anello attorno a Balakleya, vero obiettivo dell'operazione; successivamente, i russi sono stati cacciati da Yakovenkove, e solo a questo punto le truppe ucraine hanno attaccato Balakleya dal nord, direzione da cui i russi non si aspettavano un attacco.
La confusione è stata enorme: la città non era presidiata da forze regolari russe, bensì dalle truppe separatiste della Repubblica Popolare di Luhansk, che schiera in genera truppe sotto-equipaggiate e meno addestrate di quelle di Mosca. In supporto pare esserci stato anche un battaglione dei ceceni della Rosvgardia. Pare che queste truppe non fossero addestrate a impiegare i mezzi pesanti parcheggiati nella città: dunque, hanno dovuto condurre la difesa senza artiglieria e carri armati. I soldati di Mosca hanno subito dunque pesanti perdite e si sono ritirati in preda al panico, facendo saltare in aria, durante la ritirata, i ponti dentro la città, tentando così di rallentare l'avanzata nemica. La città è dunque spaccata in due, mentre le forze ucraine stanno già attaccando altri obiettivi sfruttando lo sfondamento.
L'andamento delle operazioni sembra indicare diverse informazioni sullo stato dell'esercito russo. Innanzitutto, le linee russe sono molto sottili: gli ultimi attacchi ucraini hanno ottenuto sfondamenti relativamente profondi in tempi molto rapidi. Chiaramente, le forze russe hanno subito perdite ingenti, ed essendo costretto a disperdere soldati lungo tutta la linea, non ha più i mezzi per tenere in riserva il numero necessario di battaglioni.
In secondo luogo, l'iniziativa della guerra sembra saldamente essere passata in mano ucraina. Le forze russe sono confuse dal numero degli attacchi, faticano a capire dove difendersi, non portano più avanti operazioni offensive. Su questo pesano le difficoltà nell'artiglieria, diminuita nei numeri e che sta soffrendo, a causa dei bombardamenti di HIMARS, una carenza di munizioni e continue difficoltà logistiche. Molte unità russe, sia a Kherson che al nord, hanno riferito di avere problemi a ottenere il supporto dei cannoni, prima scontato.
Infine, le forze ucraine stanno applicando una tattica di tecno-guerriglia: attaccano le posizioni nemiche per poi ritirarsi, portando avanti l'offensiva sempre da più direzioni; danneggiano i depositi di munizioni e i centri logistici, portano avanti grossi raid muovendosi continuamente, in modo da evitare i bombardamenti nemici. Sappiamo che la dottrina ucraina, derivata da quella NATO, valorizza fortemente l'iniziativa individuale, contrapponendosi così a quella russa, assai più gerarchica e monolitica.
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