02 Settembre 2022
I ministri delle finanze del G7 fanno sapere di avere approntato il documento fatale che imporrà a Mosca un prezzo massimo per il petrolio. Il prezzo sarà, a quanto sembra, calcolato in base a parametri tecnici e con l'approvazione di tutti i membri della coalizione. L'intenzione - esplicita - sembra esser quella di privare Mosca di una delle sue più redditizie fonti di guadagno e rendere così più duro l'impatto delle sanzioni. Von der Leyen auspica anche un simile tetto per il gas. Mosca, intanto, minaccia ritorsioni e l'interruzione delle forniture per tutti i paesi che applicano il price cap.
Edward Luttwak, l'analista militare e scrittore statunitense, sosteneva che sebbene l'atomica avesse di fatto reso impossibili i grandi conflitti, la guerra come fenomeno umano non sarebbe finita: si sarebbe trasferita dal campo di battaglia a quell'economia, dei commerci, del denaro. "Guerre", dunque, combattute con strumenti come sanzioni, embarghi, trattati.
Questo è indubbiamente ciò che sta accadendo in questi giorni: i membri del G7 vogliono "ridurre i profitti della Russia" facendo aderire più paesi possibili al tetto sul prezzo del gas, sopra al quale si rifiuteranno di acquistare il gas russo. Una mossa volta dunque a ridurre le entrate di Mosca ed evitare che vengano reinvestite nella guerra in Ucraina. Dunque, dietro al conflitto "esplicito", sul campo, che si combatte in Ucraina con armi russe, europee e americane, un conflitto economico che coinvolge centinaia di milioni di persone.
Se il price cap avesse successo, le conseguenze sarebbero devastanti per la Russia: che non ha infatti tardato a fare sapere che i paesi che vi aderiranno vedranno interrotte le proprie forniture di gas. Minaccia che non ha spaventato alcuni politici europei, tra i quali Ursula von der Leyen e Luigi di Maio, che auspicano l'adozione di un price cap europeo nel sesto pacchetto di sanzioni.
Il successo (o il fallimento) di questa operazione non dipenderà dai paesi del G7, bensì da cinque esteni. Si tratta dei cinque "non-allineati" che comprano petrolio e gas dalla Russia: ed è su di loro che la Russia conterà per rimpiazzare le perdite economiche causate da questa misura. Si tratta di Indonesia, Sud Africa, India, Senegal e Argentina, i cui rappresentanti sono stati invitati in Baviera dalla presidenza tedesca. Il loro coinvolgimento segnerebbe l'isolamento della Russia e, dunque, della sua inferiorità nella "guerra del gas". Ma bisogna vedere se questi paesi non preferiranno trattare vantaggiosamente a parte con la Russia per rifornirsi di materie prime.
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