03 Marzo 2022
Sergej Lavrov (fonte: Twitter @MediasetTgcom24)
Nuovo giorno, nuove novità sul fronte del conflitto tra Russia e Ucraina. Oggi, giovedì 3 marzo, è il giorno dei negoziati, dopo quelli non andati a buon fine dei giorni passati. Dal Cremlino arrivano delle rassicurazioni dal ministro degli esteri Lavrov che si dice fiducioso sul fatto che "verrà trovata una soluzione alla guerra in Ucraina". Gli incontri avverranno nella città di Brest, al confine tra Bielorussia e Polonia. Sul tavolo l'ipotesi di un cessate il fuoco, mentre continuano ad aumentare le vittime ambo le parti. In Ucraina si registrano oltre 2.000 morti tra i civili. Mentre è in stallo l'avanzata del convoglio verso Kiev. I militari russi sono bloccati dalla resistenza ucraina e dalla mancanza di cibo.
Intanto è in corso una pausa nelle operazioni militari russe nel merito del conflitto in Ucraina. Come rende noto il ministero della Difesa di Mosca, lo stop è per evacuare i civili attraverso corridoi umanitari. Nella notte però sono andate avanti le offensive militari dei russi contro gli ucraini, a Kiev in particolare dove sono suonate le sirene antiaeree. Gli abitanti sono stati invitati a mettersi al riparo, mentre la Russia ha cercato di sfondare anche nelle periferie, come riporta l'agenzia Unian. Continua ad essere colpita la parte architettonica del Paese. In particolare le scuole e la Cattedrale dell'Assunzione.
A poche ore dall'avvio del secondo round di colloqui tra Ucraina e Russia, Lavrov dice: "Non c'è dubbio, ho fiducia che verrà trovata una soluzione", sottolineando come "le richieste di Mosca nei negoziati sono minime". ''Non vogliamo una guerra nucleare, ma se dispiegheranno armi nucleari contro di noi affronteremo la situazione''. Non manca poi la stoccata agli Stati Uniti, rei di voler "controllare l'Europa come vollero fare Hitler e Napoleone". "Stanno cercando di imporci la loro visione del futuro dell'Europa, gli americani hanno l'Europa sotto il loro controllo", dice il russo.
Lavrov ha poi aggiunto che "gli americani stanno dettando ai tedeschi cosa è bene per la sicurezza energetica europea e stanno dicendo che non hanno bisogno di quel gasdotto (il Nordstream 2, ndr) e che la sicurezza sarà assicurata dalle forniture dagli Stati Uniti, che è molto più costosa". Ma "l'isteria finirà", conclude.
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