Generali, il CEO Philippe Donnet verso il 4° mandato, Benetton, Caltagirone e Delfin verso lista di minoranza, Mediobanca per la continuità - ESCLUSIVA

Generali verso la riconferma dell'ad Philippe Donnet; gli azionisti antagonisti a Mediobanca nel 2022 con la contro - lista "awakening the lion" verso il cambio di rotta, in quanto "il Leone è ben sveglio", puntando ad una lista di minoranza ed eventualmente alla presidenza, anche se il rinnovo dello stesso Sironi appare in discesa

Il CEO di Generali Philippe Donnet verso la riconferma per il quarto mandato.

Secondo rumors raccolti da Il Giornale d’Italia tra i vari azionisti e in vari ambienti finanziari, Mediobanca, che possiede 13,10% di azioni del gruppo, presenterà una propria "lista lunga" con 13 nomi per il CdA, in sostituzione di quella di Generali - impossibilitata a seguito della prossima entrata in vigore del nuovo DDL Capitali, mentre gli azionisti "oppositori" Delfin (holding della famiglia Del Vecchio) con il 9,93% di azioni, Francesco Gaetano Caltagirone (con il 6,92% e i Benetton (con il 4,80%), insieme con il 21,65% del Leone di Trieste, si orienteranno per una lista di minoranza corta (con 4 nominativi) o lunga (con 6 nominativi). Una svolta quasi sorprendente, considerando le aspre battaglie che avevano caratterizzato il precedente rinnovo del Consiglio. 

Generali, CEO Philippe Donnet verso il 4° mandato, il cambio di rotta e la continuità ai vertici

Nel 2022 lo scontro per la governance della compagnia triestina aveva raggiunto toni accesi, culminando con la proposta alternativa del piano Awakening the Lion, sostenuto da DelfinCaltagirone e Benetton, notizia anticipata in esclusiva da Il Giornale d'Italia (Generali e i tre Cavalieri: Benetton, Caltagirone e Del Vecchio, insieme per la lista alternativa a quella del CdA - ESCLUSIVA). Il piano prevedeva Claudio Costamagna come presidente e Luciano Cirinà come amministratore delegato. Al riguardo, Cirinà non entrò neanche in consiglio, pur essendo il primo nella lista di minoranza, nonostante il ricorso al Tribunale di Milano. Venne licenziato con effetto immediato a causa di una violazione dell’obbligo di lealtà, dopo aver lavorato a fianco di Donnet alla creazione del Piano industriale "Lifetime partner 24: driving growth" mentre collaborava alla costruzione della cordata alternativa. L’allora coalizione di oppositori puntava ad un cambio radicale della leadership non sostenendo Donnet. Tuttavia, oggi le parti sembrano aver optato per un possibile compromesso. Dalle informazioni raccolte da Il Giornale d'Italia sembra infatti che i vari azionisti che prima si erano posti in contrasto con la possibile riconferma dell'ad Philippe Donnet presentando una "lista lunga" con Ceo e Presidente alternativi, ora optino per un'opzione che preveda una lista con un numero di Consiglieri inferiore al 50%

Generali, un 2024 florido di risultati e acquisizioni: "Il Leone è sveglio!" 

Tra i vari motivi del cambio di rotta ci sarebbe la solida crescita da parte del gruppo, registrando un risultato operativo nei primi nove mesi del 2024 a 5,4 miliardi di euro (+7,9%), un utile a 3 miliardi di euro (+5%), il rafforzamento della posizione di Generali come leader europeo e una soddisfacente remunerazione per gli azionisti in termini di total return, che al giorno 29 novembre 2024 ammontava al 50,61%. 

Generali ha completato l'acquisizione di Conning e delle sue controllate da Cathay Life ad aprile 2024, dopo averla preannunciata il 6 luglio 2023. In linea con il piano "Lifetime Partner 24: Driving Growth" di Generali, l’acquisizione amplia a livello globale l’attività di asset management del Gruppo, attraverso il rafforzamento delle competenze di investimento, una crescita dell’attività verso clienti terzi e un allargamento della presenza agli USA e all’Asia. Generali, ad agosto 2024 ha consolidato la propria presenza anche nell’area Cee, regione guidata da Manlio Lostuzzi, a riporto del ceo Insurance, Giulio Terzariol, con due acquisizioni ravvicinate, una in Polonia con 4Life Direct e una in Bulgaria con Ozof Doverie ZadL’investimento complessivo per queste due operazioni ammontava a 50 milioni di euro, consolidando ulteriormente la posizione di Generali in mercati strategici.

La "pax augustea" e i retroscena dei vari azionisti

Nella situazione generale avrebbero poi influito alcune tematiche legate ai singoli core business dei vari azionisti, nonché un possibile retroscena relativo a Mediobanca. Dalle informazioni raccolte infatti da il Giornale d'ItaliaFrancesco Milleri, ceo di EssilorLuxottica, ormai attestata ad una capitalizzazione di € 100 miliardi, in trattativa con Meta e lo stesso Zuckerberg per una partnership strategica, con l'ingresso di quest'ultima nel capitale della compagnia fondata da Leonardo Del Vecchio con il 5% per un importo di € 5 miliardi e concentrato sullo sviluppo dell'azienda sulla "visione" del futuro, anche legata all'intelligenza artificiale, d'accordo con Leonardo junior e la famiglia azionista di Delfin, avrebbe ritenuto un dispendio inutile di energie un "attacco" a Generali, peraltro guidata da un team vincente, dove "squadra che vince non si cambia", a meno di "correre gravi rischi", optando quindi di rimanere in CdA con la lista di minoranza ed eventualmente puntando alla Presidenza, e mantenendo inoltre un "profilo più collaborativo" con la stessa Mediobanca, dove Delfin esprime 2 consiglieri, Panizza e Pucci

Analogamente lo stesso Francesco Gaetano Caltagirone, concentrato sul proprio business, che si era del resto espresso con la nostra testata in termini possibilistici per il rinnovo di Donnet. Stesso discorso per Alessandro Benetton, impegnato con Edizione e l'ad Enrico Laghi sui vari business di famiglia, da Mundys ad Avolta (ex Autogrill) a Cellnex e alla stessa Benetton, impegnata in un drastico piano di ristrutturazione con la possibile chiusura di 500 punti vendita per dimezzare le perdite da € 230 milioni a 110.

In alcuni ambienti milanesi gira poi il "retroscena" che Mediobanca e lo stesso Alberto Nagel avrebbero invece voluto puntare sulla nomina a ceo di Giulio Terziarol, attuale "Ceo Insurance" del Gruppo Generali, facendo salire Donnet alla presidenza, e questo avrebbe quindi spinto gli altri azionisti a spostarsi sulla riconferma dell'attuale ad per il loro "spirito antagonista contro l'istituto di piazzetta Cuccia", ma questo scenario, non effettivo, in realtà potrebbe verificarsi in sede dei rinnovi nel 2028, in un possibile totonomi che includerebbe anche il DG Marco Sesana. Con la scadenza del 4° mandato di Donnet ad aprile 2028 infatti, potrebbe verificarsi lo schema che vedrebbe l'attuale ceo salire alla Presidenza e Terziarol o Sesana alla guida del Gruppo in qualità di ad

La rotta sembra rimanere quindi quella di garantire stabilità all’interno della governance, evitando contrapposizioni che andrebbero ad indebolire il colosso assicurativo europeo. Delfin mantiene una posizione rilevante e strategica nel panorama azionario di Generali. La famiglia Del Vecchio continua a giocare un ruolo chiave nelle decisioni future, bilanciando la sua influenza con Mediobanca e gli altri azionisti storici. Il trend positivo di Mediobanca, riflette, in virtù della maggior partecipazione nel Gruppo Generali, sul buon andamento di quest’ultimo, spingendo anche i proxy advisor Iss e Glass Lewis a indirizzare il voto di riconferma di Donnet come amministratore delegato.

In tale ambito poi non è di attualità l'ipotesi di un "cavaliere bianco" o di una "mega fusione" di Generali, dove lo stesso Carlo Messina di Intesa Sanpaolo si è espresso per l'indipendenza del Leone, confermando implicitamente come il rinnovo dell'ad sia l'opzione migliore.

Se la riconferma di Philippe Donnet appare quindi una certezza, i prossimi mesi serviranno a definire i dettagli finali di una governance che punta a consolidare il successo di Generali sui mercati internazionali. Attesa anche l'evoluzione delle trattative tra Generali e Natixis, un'alleanza che potrebbe notevolmente rafforzare la posizione dei due gruppi nel mercato europeo e internazionale. L'accordo dovrebbe essere perfezionato all'inizio del 2025 sulla base dei valori al 31.12.2024, poco prima del rinnovo del board. Il mercato resta in attesa del Piano Industriale che sarà presentato il 30 gennaio 2025.

La presidenza: anche Sironi verso la riconferma, nonostante le mire di Benetton, Caltagirone e Delfin

Riconferma anche per il presidente Andrea Sironi, fermo restando l'idea di Benetton, Caltagirone e Delfin congiuntamente o disgiuntamente di proporre un altro nome alternativo. Caltagirone proporrà una propria lista di minoranza puntando ad ottenere tra i 2 e i 6 posti nel Cda. Il board è costituito da 13 membri: l'attuale lista di maggioranza che ha conseguito il 55,99% dei voti è comporta da Andrea Sironi, Clemente Rebecchini, Philippe Donnet, Diva Moriani, Luisa Torchia, Alessia Falsarone, Lorenzo Pellicioli, Clara Furse, Umberto Malesci, Antonella Mei-Pochtle, la lista di minoranza, con 41,73% dei voti è formata invece da Francesco Gaetano Caltagirone, Marina Brogi e Flavio Cattaneo (ceo di Enel). In tale ambito, il tutto si dovrà poi incastrare nella nuova normativa del DDL Capitali, che non dovrebbe però stravolgere lo scenario complessivo.

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