01 Luglio 2022
Grafico (foto Pixabay)
La crescita del prezzo dei prodotti energetici è accelerata dal +42,6% del mese maggio al +48,7% dello scorso giugno, mentre l’inflazione "di fondo", cioè al netto dei prodotti energetici e degli alimentari freschi, è passata da +3,2% a +3,8 per cento.
Registra una performance ancora peggiore l’inflazione relativa all’Eurozona, che nello scorso giugno ha raggiunto l’8,6% contro l’8,1% di maggio, un livello mai registrato da quando è stata creata l’Unione economica e monetaria. Questa crescita dell’inflazione media è dovuta in parte maggioritaria all’aumento dell’energia che, su base annua, a giungo è aumentata del 41,9% rispetto al 39,1% di maggio.
Secondo l’Istat «L’accelerazione dei prezzi degli alimentari, lavorati e non, spingono ancora più in alto la crescita di quelli del cosiddetto carrello della spesa», assestata al +8,3%. Anche in questo secondo caso si tratta dell’incremento più elevato da gennaio 1986, quando l’aumento del prezzo della spesa fu del +8,6%. In particolare, hanno subito una notevole accelerazione l’aumento dei prezzi di frutta fresca e refrigerata, passati dal +6% al +10,9% annuo, e quelli dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate, saliti dal +11% a +11,8%.
Fabio Panetta, Direttore generale della Banca d’Italia e Presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, riguardo i dati sull'aumento dei prezzi a giugno ha sottolineato che: "Data l'incertezza prevalente, la normalizzazione" della politica monetaria "dovrebbe rimanere graduale. Per il momento, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di evitare che l'elevata inflazione importata a breve termine si consolidi alimentando aspettative di inflazione più elevate. Per questo motivo stiamo ponendo fine alle politiche che hanno cercato di contrastare le dinamiche deflazionistiche, come gli acquisti netti di attività e i tassi negativi. Ma al di là di questo, ulteriori aggiustamenti della nostra politica monetaria dipenderanno dall'evoluzione delle prospettive dell'inflazione e dell'economia".
I dati sull’inflazione riportati a giugno, nettamente superiori a quelli previsti, riapriranno la discussione sull'entità dell'aumento dei tassi di interesse di luglio.
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