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Cassa Dottori Commercialisti, Distilli: 'Dati su pensioni preoccupanti'

Cassa Dottori Commercialisti: dati su pensioni confermano il ruolo sistemico svolto dalle casse e l'incongruenza della tassazione applicata

16 Febbraio 2021

Cassa Dottori Commercialisti, Distilli: 'Dati su pensioni piuttosto preoccupanti'

Anziani (Pixabay)

“I dati piuttosto preoccupanti e quanto mai dettagliati che emergono dalla presentazione dell’VIII Report di Itinerari Previdenziali sul bilancio del sistema previdenziale italiano – commenta Stefano Distilli, presidente Cassa Dottori Commercialisti - e in particolare quelli che evidenziano come circa il 50% dei pensionati non sia stato in grado di versare neppure 15/17 anni di contributi regolari minimi e debba, quindi, essere assistito dallo Stato con prestazioni non finanziate da contributi e imposte, ma che gravano per circa 25,77 miliardi di euro sulla fiscalità generale e non sono soggette ad imposizione, impongono una profonda riflessione”.

“La prima considerazione, come Presidente di una Cassa professionale – prosegue Distilli - è come tali dati mettano ancora più in evidenza il ruolo quanto mai meritorio svolto, appunto, dalle Casse professionali a beneficio dell’intero sistema posto che, potendo far conto solo su risorse proprie derivanti dai contributi versati dagli iscritti e dai rendimenti generati dalla gestione del patrimonio e in un’ottica di tutela della sostenibilità prospettica, assicurano autonomamente il futuro previdenziale di centinaia di migliaia di professionisti, senza gravare sulla fiscalità generale e sul bilancio dello Stato”.

“A ciò si aggiunga – conclude Distilli - che, sempre con risorse proprie, assicurano funzioni assistenziali fondamentali nei confronti degli iscritti e delle loro famiglie. Ciò rende ancora più evidente l’incongruenza del regime di tassazione dei patrimoni immobiliari e dei rendimenti dei patrimoni mobiliari a cui sono assoggettate, che le vede assimilate ad investitori speculativi, mentre contribuiscono anche con le rendite patrimoniali generate a garantire una funzione pubblica di natura costituzionale, la sostenibilità futura e l’adeguatezza delle prestazioni, senza gravare sulla finanza pubblica.”

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