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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Il neofeudalesimo prossimo venturo, anticamera del rifugio nel metaverso: la riflessione di un giurista idiota

Un'umanità privata dei diritti inviolabili, incapace di ribellione, è destinata a negare la realtà, a trovare sollievo in un altrove artificiale

19 Settembre 2025

Ernst Juenger

Ernst Juenger

Ribelle è colui che ha un profondo, nativo rapporto con la libertà, il che si esprime oggi nell'intenzione di contrapporsi all'automatismo e nel rifiuto di trarne la conseguenza etica, che è il fatalismo. (Ernst Juenger, Il trattato del ribelle).

Mai come oggi l'ideologia liberale è stata minacciata. Persone colte e intelligenti indicano nell'ideologia liberale la causa della deriva distopica assunta dalla nostra Storia recente.

Quella che agli occhi di un osservatore distratto può apparire come una questione secondaria è in verità una pericolosa deriva verso quello che i più attenti osservatori hanno definito “neofeudalesimo". L'accentramento di enormi ricchezze nella mani di un gruppo ristretto di esseri umani (detentori dei due poteri che governano la contemporaneità, la finanza e l'informatica) svuota la democrazia dall'interno: si tengono ancora libere elezioni, ma non hanno più nulla di democratico. I candidati con possibilità di vittoria sono finanziati dai detentori del potere e ne fanno – sfacciatamente, alla luce del sole – gli interessi.

Memorabili le ultime elezioni nel nostro Paese, allorché il peggiore Presidente della Storia ha de facto impedito ai dissidenti di raccogliere le firme necessarie per competere contro i partiti già esistenti, beneficiari di finanziamenti privati e contributi elettorali.

In questo tragico contesto, si prospetta il nuovo scenario: il cittadino, che faticosamente aveva guadagnato una dignità grazie ai principi della Rivoluzione francese, torna ad essere un suddito governato da nuovi signori feudali liberticidi.

A un vecchio liberale come il sottoscritto fa male leggere frasi come quella scritta da un noto filosofo dissidente qualche giorno fa: “Solo qualche giurista idiota può ancora proporre come principio universale l'individuo”.

Sono un giurista con oltre 35 anni di carriera alle spalle. Sono un liberale: credo che se non saremo capaci di ripartire dall'individuo, il nostro destino sarà quello di precipitare in un baratro. Un baratro dove la sacralità della vita umana, qualsiasi vita, venga negata senza reazione alcuna. Un baratro buio dove non esisteranno diritti umani inviolabili e codificati. Ma soprattutto un baratro che fungerà da anticamera all'inferno che è il metaverso, l'unico luogo di svago riservato a esseri umani schiavizzati e degradati.

Nei prossimi dieci anni la maggioranza degli esseri umani sarà priva di un lavoro. Qui l'ex Presidente del World Economic Forum Klaus Schwab: “Molte diverse categorie di lavoro, in particolare quelle che comportano un lavoro manuale meccanicamente ripetitivo e preciso, sono già state automatizzate. Molti altri seguiranno, poiché la potenza di calcolo continua a crescere in modo esponenziale. Prima di quanto si preveda, il lavoro di professioni diverse come avvocati, analisti finanziari, medici, giornalisti, contabili, assicuratori o bibliotecari potrebbe essere parzialmente o completamente automatizzato”.

Disoccupati, definiti da Yuval Noah Harari “mangiatori inutili” e da qualche suo connazionale – se palestinesi - “animali umani”, i nuovi proletari verranno trattati come pidocchi, eradicati, spostati a piacimento in un luogo o nell'altro o costretti a emigrare per sopravvivere, senza alcun rispetto per la sacralità della vita. L'attacco è alla vita, concetto sfuggente, indefinito, il cui straordinario miracolo è l'unicità di ogni istante e di ogni creatura.

Tutto questo non è soltanto già evidente, ma è stato scritto, teorizzato, pianificato e parzialmente già messo in atto. Quando un fanatico chiede al suo interlocutore di “definire bambino” nessun confronto è possibile. Quando si nega la realtà (nessuno sano di mente può ignorare cosa significhi bambino), si finisce nella sua negazione, che è il metaverso plasmato dalla fantasia dei nuovi signori feudali.

Eppure, il filosofo indica nell'ideologia liberale la causa della deriva distopica.

La citazione di Ernst Juenger in apertura non è casuale. In Massa e potere, Elisa Canetti ci ho mostrato come poche grandi personalità (i lupi nella definizione di Juenger) siano in grado di prendere il comando della massa e spingerla alla ribellione. Dio non voglia che quello spirito libero, quel lupo sia un filosofo marxista: sarebbe un tragico déjà vu.

Preferirei piuttosto quel “giurista idiota” (ovviamente in osservanza al dovere di colleganza...).

Come ha scritto – magistralmente – Boni Castellane, viviamo in terra ostile. Lo sappiamo da molti anni, ma oggi non è in gioco “soltanto” la nostra libertà, ma la nostra stessa sopravvivenza.

I nuovi signori feudali ci privano di tutto ciò che abbiamo e noi ci dividiamo su questioni del tutto marginali, incapaci di inquadrare il nemico. BlackRock, Vanguard e un manipolo di altri fondi hanno già acquisito circa il 20% del valore della Borsa di Milano. Siamo completamente dipendenti da internet, dall'informatica americana senza la quale non saremmo nemmeno più in grado di gestire il nostro sistema bancario.

Se non fosse del tutto evidente che la finanza controlla la politica, potremmo perdere tempo a fare analisi filosofiche. Ma il tempo è scaduto e occorrono azioni coraggiose e concrete. Occorre condannare quello che con una definizione infelice qualcuno chiama turbocapitalismo mentre andrebbe chiamato distruzione del mercato. Come ogni ordoliberale, ho chiaro in testa che senza freni (un'efficiente normativa antitrust, una politica redistributiva dei redditi, nuovi accordi commerciali internazionali sul modello di quello che fu il GATT General Agreemen on Tariffs and Trade) varrà la legge del più forte e gli oligopolisti continueranno a crescere diventando nuovi signori feudali.

Ma questo non significherà ancora nulla, se non saremo in grado di ridare dignità alla condizione umana, di rispettare ogni vita in quanto tale.

Sono un giurista idiota che si è formato nella convinzione che esistessero diritti umani inviolabili e mi ritrovo a vivere in un mondo dove si può uccidere un bambino negando che sia un essere umano.

Il mio “nativo rapporto con la libertà” mi impedisce di cadere nel fatalismo. Spero che molti altri, magari meno idioti, reagiscano come me.

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d'Italia, 19 settembre 2025

 

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