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"Body of Evidence" di Shirin Neshat porta in mostra volti di donne iraniane che non hanno voce

Al PAC di Milano dal 28 marzo all'8 giugno l'artista e regista iraniana residente a New York, Shirin Neshat, racconta mediante foto e video le relazioni fra potere, religione e razze indagando le tensioni tra Oriente e Occidente

03 Aprile 2025

"Body of Evidence" di Shirin Neshat porta in mostra volti di donne iraniane che non hanno voce

Shirit Neshat riflette sulla profonda trasformazione avvenuta nel suo Paese d'origine, l'Iran, dopo essersi trasferita a vivere a New York, interrogandosi sulla sua stessa posizione da esule, in perenne bilico fra due mondi nei quali si è sentita a tratti accettata e contemporaneamente margilizzata.

Il percorso di questa mostra- caratterizzata da fotografie e video in bianco e nero e dal forte tratto politico- conduce al cuore di un'indagine sul rapporto fra due mondi, apparentemente separati ma talvolta più simili di quanto si possa pensare.

La lente attraverso cui Neshat interpreta la Storia e la Contemporaneità non solo del suo Paese d'origine, l'Iran, ma del mondo intero, è lo sguardo delle donne: dagli esordi nei primi anni Novanta con la serie fotografica Women of Allah, i celebri corpi femminili istoriati con calligrafie poetiche, fino a The Fury, video-installazione che anticipa il movimento “Woman, Life, Freedom”. La ricerca di Shirin Neshat però sorpassa il tema di genere e, partendo dal dualismo uomo-donna, indaga le tensioni tra appartenenza ed esilio, salute e disagio mentale, sogno e realtà, appartenenza ed esclusione.

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