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Ponti di primavera 2024, da Nord a Sud i weekend si fanno tentatori più delle sirene di Ulisse. Arte, musei, iniziative e sapori. Pronti? via!

Dagli inquietanti enigmi di Escher al lirismo di Van Gogh e Monet, tra voragini dantesche, statue che parlano e un massaro per amico

28 Marzo 2024

Ponti di primavera 2024, da Nord a Sud i weekend si fanno tentatori più delle sirene di Ulisse. Arte, musei, iniziative e sapori. Pronti? via!

Spegnere il cellulare, buttare nel borsone lo spazzolino da denti, saltare in auto e programmare il navigatore: detto fatto, non c’è che l’imbarazzo della scelta per godersi le festività primaverili tra tante cittadine quiete e artistiche. 

Ed è Ferrara ad accaparrarsi subito la pole position perché è  piacevole da esplorare sia a piedi che in bici: abbonda di noleggi, bikesharing, punti di assistenza, e una delle sue piste più incantevoli corre sui 9 km di mura rinascimentali tra prati e giardini. D’obbligo la tappa a Palazzo dei Diamanti che fino al 21 luglio accoglie il geniale olandese Maurits Escher e le sue oniriche creazioni dagli sconcertanti effetti geometrici. Poi, dopo la visita d’ordinanza nel Duomo dai 150 stalli lignei, nel Museo di Casa Romei ricco di sculture e nel maestoso Castello Estense, non dimenticate i manicaretti locali: in testa la salama da sugo, a seguire cappellacci di zucca, pasticcio di maccheroni, cappelletti in brodo di cappone.

La cornice fin de siècle di Trieste è un’altra attrazione irresistibile: tutta retrò, da piazza Unità d’Italia affacciata sul mare scintillante alle statue sparse qua e là di Joyce, Saba, Svevo, dal Castello di Miramare a ingresso gratuito ogni prima domenica del mese agli antichi locali dove si sorseggia un caffè dalla fragranza leggendaria: “nero”, “gocciato“ o “capo”, come dicono qui. Imperdibile una sosta al Museo Revoltella dove fino al 30 giugno sfavilleranno le poetiche pennellate di Van Gogh, compresi i due straordinari ritratti di Madame e Monsieur Ginoux (1890), proprietari del bistrò frequentato dall’artista ad Arles.  E per una meta un po’ avventurosa, genere Indiana Jones? a 10 km c’è la Grotta Gigante di Sgonico, abisso fiabesco e pauroso di stalattiti e stalagmiti, che offre inoltre degustazioni di vini, salumi e formaggi del Carso.

Non scherza neanche Lecce, maliarda barocca che dà il capogiro con i suoi sontuosi decori secenteschi sparsi per ogni dove e l’artigianato dei famosissimi angeli e santi di cartapesta, risalenti al XVIII secolo. Una meraviglia, proprio come le “pucce” (panini) con le olive, i succulenti pasticciotti alla crema, i “fruttoni” di pasta di mandorla e i rustici di sfoglia farciti con besciamella e pomodoro. V’intrigherebbe vivere un giorno da contadini? Atmosfera semplice e genuina, ecc. ecc.? Le masserie leccesi, tra gli ulivi, sembrano fatte apposta: vi si può pranzare, acquistare olio e confetture, seguire corsi di cucina tipica salentina, pronunciare il fatidico “sì”.

E come dimenticare poi la “piccola Parigi”? Parma ammalia tutti tra il profumo delle violette - lo usano a piene mani per aromatizzare profumi, liquori, canditi, bon-bon - e l’innovativo percorso “Talking Teens”: 4 km tra 16 sculture di celebrity parmensi, da Giuseppe Verdi ad Arturo Toscanini, che illustrano la storia locale tramite app e smartphone, con la voce di noti attori. E tra un assaggio di prosciutto o parmigiano, i melomani non vorranno perdersi il fastoso Teatro Regio e le sue visite guidate a foyer, sala e ridotto, con sottofondo  di musica, aneddoti e cocktail finale.

Resta ancora Padova, una bomboniera, d’accordo, ma con numeri da record: può infatti ritenersi la città più affrescata al mondo tra oratori, chiese e Palazzo della Ragione con il suo gigantesco ciclo di dipinti astrologici su 217 metri lineari - non ne esistono altri più grandi. E la piazza di Prato della Valle ci fa perdere in 90.000 mq punteggiati da 78 statue solenni, classificandosi come lo slargo più esteso d’Italia: secondo in Europa soltanto alla piazza Rossa di Mosca, tanto per capirci. Non basta? Per celebrare i 150 anni della nascita dell’Impressionismo, corrente pittorica senza rivali nel favore del pubblico, si espongono 50 capolavori di Claude Monet che ne è giustamente considerato il padre: al Centro Culturale Altinate San Gaetano, fino al 14 luglio, brilleranno quindi le celeberrime Ninfee con le loro sfumature liquide, romantiche, sognanti. Brividi ed emozioni sono assicurati. 

Di Carla Di Domenico.

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