04 Dicembre 2025
Fonte: X@MalteccaMa65228
Il maxi-incidente probatorio sul delitto di Garlasco sta giungendo al termine. I genetisti hanno infatti depositato in tribunale la perizia sul Dna rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi, elemento considerato cruciale nel caso in cui vi fosse una compatibilità con Andrea Sempio, unico indagato nella riapertura del caso. L'udienza finale è fissata per giovedì 18 dicembre.
Arriva la svolta attesa nel nuovo filone di indagine sull’omicidio di Chiara Poggi: la genetista Denise Albani, nominata dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli, ha depositato la relazione finale sugli esami del Dna, chiudendo l’incidente probatorio iniziato sei mesi fa. L’avviso è stato notificato alle parti nella giornata di ieri, dando ufficialmente il via alla fase conclusiva degli accertamenti tecnici.
Le analisi hanno esaminato una serie di reperti rimasti finora inesplorati: materiali prelevati dalla spazzatura della villetta di via Pascoli, substrati adesivi usati nelle precedenti ricerche di impronte, oggetti conservati nell’abitazione e soprattutto la traccia di Dna misto e parziale rinvenuta sotto le unghie della vittima. Proprio questo elemento è da anni il punto più controverso nel confronto tra accusa e difesa.
Secondo quanto già anticipato nell’udienza del 26 settembre, la perita aveva chiarito che il profilo genetico isolato non permette un’attribuzione individuale: si tratta di un aplotipo riconducibile statisticamente alla linea maschile della famiglia Sempio, ma non attribuibile a un solo soggetto. "È concettualmente sbagliato farlo", aveva precisato Albani, confermando l’impossibilità di ricondurre la traccia a una persona specifica.
La difesa di Andrea Sempio mantiene un atteggiamento prudente. "Prima di commentare, vogliamo leggere nel dettaglio la relazione", ha dichiarato l’avvocata Angela Taccia. I consulenti del 37enne contestano la solidità scientifica del reperto, definendolo "degradato, parziale, misto e non consolidato", oltre a ribadire la possibilità di un trasferimento indiretto del materiale genetico.
Negli ultimi giorni alcune anticipazioni avevano suggerito un’elevata compatibilità del Dna trovato sotto le unghie della vittima con la linea familiare Sempio, attraverso 12 marcatori su 16 analizzati. Per i pubblici ministeri si tratta di un elemento che potrebbe aggravare la posizione dell’indagato, aggiungendosi alle telefonate notturne a casa Poggi e ai dubbi sul presunto alibi del parcheggio.
Di diverso avviso i legali della famiglia Poggi, che ricordano come un profilo genetico “non consolidato” non costituisca un dato scientifico affidabile. Nel 2014 lo stesso materiale era stato scartato dal genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d’Appello bis, che lo giudicò non utilizzabile.
Il 18 dicembre le parti discuteranno davanti al gip gli esiti della perizia, che potrebbe orientare le future decisioni istruttorie in uno dei casi più complessi e controversi della cronaca giudiziaria italiana.
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