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Neofeudalesimo e abolizione della proprietà privata: ecco cosa prevede davvero l'Agenda 2030

Da qualche tempo si torna a parlare del famoso discorso di Ida Auken del World Economic Forum: “Non avrete più nulla e sarete felici”

01 Novembre 2025

Ida Auken

Ida Auken WEF

Benvenuti nel 2030. Non avrete più nulla, non avrete più privacy ma la vita non sarà mai stata meglio”. Se qualcuno sospetta che la mia sia una cattiva traduzione, cito il testo originale in inglese: “Welcome to 2030. I own nothing, have no privacy and life has never been better”.

Con questo incipit, la parlamentare danese Ida Auken, consulente del World Economic Forum, il 12 novembre 2016 iniziò un discorso divenuto memorabile. Lo trovate ancora in rete: https://medium.com/world-economic-forum/welcome-to-2030-i-own-nothing-have-no-privacy-and-life-has-never-been-better-ee2eed62f710

Non possiedo nulla. Non possiedo un'automobile. Non possiedo una casa. Non possiedo elettrodomestici o vestiti. Può sembrarvi strano, ma ha perfettamente senso per noi in questa città. Tutto ciò che considerate un prodotto, è diventato oggi un servizio”.

Abolizione completa della proprietà privata? Assolutamente no.

La proprietà privata di tutti ciò che ci servirà per vivere concentrata nelle mani di un pugno di privilegiati. Il neofeudalesimo nella sua forma più estrema.

Si sottovaluta spesso che la stessa Ida Auken e il patron del WEF Klaus Schwab hanno in più occasioni sottolineato che l'accesso ai servizi sarà condizionato. Il neo servo non in regola con gli obblighi imposti dal feudatario non avrà una casa, un'automobile, elettrodomestici o vestiti né potrà prenderli in affitto.

Se quello che ci vogliono portare via è chiarissimo, meno chiaro è il perché, privato di ogni possesso (rectius proprietà personale), un neo servo dovrebbe essere felice. Ma in fondo è un dettaglio: per i sognatori il sol dell'avvenire è sempre radioso.

La proprietà privata – anche quella dei mezzi di produzione, checché ne pensino i marxisti – è il baluardo che ci consente di sopravvivere più o meno liberi anche in tempi bui. Rinunziando a favore del nuovo signore feudale (che sia un privato o lo Stato) ci schiavizza senza possibilità di affrancamento.

I filosofi da tastiera – pessimi pseudo maestri – indicano nell'ideologia liberale la causa del nostro presente distopico. Nulla comprendono del disegno neofeudale. Vadano a leggersi il saggio di Yanis Varoufakis, si studino gli scritti di Klaus Schwab, imparino come funziona il sistema cinese di crediti sociali. Ci stiamo arrivando. La legge di bilancio prevede che le pubbliche amministrazioni non pagheranno i compensi ai professionisti non in regola col pagamento di tasse e contributi. Ai dissidenti è lecito chiudere i conti correnti (come ci insegna il recente caso di Frédéric Baldan). Un servizio essenziale (avere un conto corrente bancario lo è senz'altro) ci viene negato soltanto perché abbiamo espresso critiche al potere.

Io credo che sottovalutare i rischi derivanti dalla rinunzia ai nostri beni di proprietà sia un atteggiamento suicida.

Mi rifiuto di diventare un servo della gleba, la cui sopravvivenza dipende dall'arbitrio del padrone.

Sono e resto fieramente liberale.

di Alfredo Tocchi, 1 novembre 2025

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